L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” attraverso un articolo a firma Luigi Butera si sofferma sul Palermo alle prese con la scelta del nuovo tecnico e del nuovo ds.
Ognuno a casa propria è libero di fare come meglio crede, ma il calcio è roba che coinvolge tutti e quindi è lecito che sorgano anche domande. Nella fattispecie sulla gestione del Palermo. Il City Group ha il suo metodo, non agisce d’impulso e si prende tempo – analizzando numeri e curriculum – per assumere qualunque decisione. L’opposto di quanto vorrebbero i tifosi, che – dopo il doppio ko nella semifinale play-off – invece hanno fretta di capire chi ci sarà nel nuovo Palermo, chi lo guiderà in campo e chi muoverà la giostra del mercato.
I cast sono aperti da tempo, le call s’inseguono ma le decisioni, che tutti s’aspettano, per ora non arrivano. Zanetti è stato opzionato, il tecnico ha già detto sì e ora aspetta solo che arrivi la telefonata dal Palermo, per poi sedersi al tavolo con l’Empoli e liberarsi del contratto che lo lega ai toscani fino al 2026. Eppure, quel telefono ancora non squilla, perché a Manchester vorrebbero prima mettere la ceralacca sul nome del ds.
Giusto così, ma prima si sceglie meglio è, perché i tempi del mercato non ammettono che si proceda a passo d’uomo e ogni giorno sprecato è un rischio in più che si corre. Prendiamo proprio Zanetti, ad esempio. Ha detto appunto sì, ma quanto è disposto ad aspettare? E cosa succederebbe se già oggi al tecnico arrivasse una proposta «indecente» dalla Serie A? Ecco, per evitare che tutto ciò possa accadere, bisognerebbe accelerare, almeno sulla questione ds se quella è la priorità.
Fin qui la ricerca è andata a vuoto, perché nessuno vuole venire a fare il ministro senza portafoglio. E questo forse dovrebbe fare riflettere anche il City sul metodo adottato a Palermo. Siccome si è detto che il club rosanero viene subito dopo la squadra «madre» di Manchester, allora sarebbe meglio passare ad una gestione all’italiana del Palermo. Che poi è quello che già si fa a Manchester con i «citizens» (e lì si vince…) e a Girona (e anche lì guardacaso tutto funziona alla grande). Insomma, a Palermo servirebbe un vero ds che possa gestire un budget (consistente si spera…), agisca in autonomia e anche in piena sintonia con l’allenatore. Se poi sbaglia, la porta d’uscita è sempre aperta.