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Butera: “Palermo, bisogna svegliarsi alla svelta. Brunori il primo peccato originale della stagione”

Inutile dire che questo è il momento più difficile da quando il City Football Group ha rilevato il Palermo. La sconfitta con il Catanzaro ha lasciato segni sulla classifica, ma soprattutto ha aperto crepe profonde nell’universo rosanero. Il rapporto fra i tifosi e il Palermo (società, allenatore, dirigenti e squadra) da domenica non esiste più. Mai in passato si era vista una contestazione così indirizzata e ripetuta. I tifosi ritengono Dionisi e De Sanctis colpevoli quanto la squadra del disastro che ormai si è delineato. Il Palermo sta naufragando, come certifica anche la classifica (nono posto, fuori dal perimetro play-off) e – ahimè – al momento non sembrano esserci appigli a cui attaccarsi.

La situazione è grave e non va sottovalutata, ma soprattutto non vanno difese posizioni ad oltranza se da qui al 29 – giorno in cui si giocherà l’ultima partita di questo 2024 – non si vedrà un barlume di luce. La storia della Serie B ricorda che tante squadre in passato erano partite per lottare per la promozione e, invece, strada facendo si sono trovate impigliate nei bassifondi senza venirne più fuori. Per fortuna non è ancora il caso del Palermo, ma con ventuno partite da giocare e un gruppo che non dà segnali di vita, è meglio iniziare a guardare anche chi sta dietro. Sono quattro i punti che separano dal quarto posto, ma sono gli stessi quelli che dividono dai play-out. Fare finta di niente perché si è il Palermo con una rosa che vale quasi 50 milioni (dati Transfermarkt) e paga un monte ingaggi da A, sarebbe disastroso come questo primo terzo di campionato. Se fino a tre settimane fa si discuteva ancora di promozione diretta, adesso è giusto che si prenda contezza di tutto. Anche dell’evenienza peggiore, ovvero lottare per evitare guai peggiori di quelli attuali. Il Palermo visto nelle ultime settimane, eccezion fatta nella partita con lo Spezia, del resto autorizza a ragionamenti simili (con annessi gesti apotropaici).

Per evitare di finire impantanati e tornare a rivedere la luce, per prima cosa va ricomposta la frattura con i tifosi. Se il Barbera resterà un nemico, il rischio di finire male aumenterà in maniera proporzionale. E per sanare il rapporto c’è un solo modo: diventare finalmente una squadra (e vincere qualche partita). Questo Palermo fin qui non lo è mai stato, nemmeno quando ha battuto lo Spezia. Troppe le incomprensioni all’interno dello spogliatoio, tante le scelte sbagliate. A cominciare da quella che resta il peccato originale di questa stagione, ovvero la gestione di Brunori che è diventata un «casus belli» fra la società, Dionisi e i tifosi. Se sul capitano si fossero fatte scelte diverse in estate o se non fosse stato trattato quasi come un «appestato» negli ultimi tempi, probabilmente adesso non ci sarebbe stato questo clima da «guerra civile». Quegli stessi tifosi che non volevano più vedere Brunori in rosanero dopo la sparata nel post Venezia, adesso lo acclamano come salvatore della patria. E se questo accade, è proprio per il modo sbagliato in cui è stata gestita la questione.

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Redazione Ilovepalermocalcio