Butera: “Bene i tre punti, ma Dionisi sbaglia ancora comunicazione”

C’è qualcosa da cui ripartire, finalmente. Non sono le sostituzioni, non sono le parole. È il primo tempo giocato contro la Salernitana all’Arechi. Un tempo pieno di convinzione, lucidità e concretezza: come raramente si era visto in questa stagione. Il Palermo ha ritrovato il perimetro playoff e con esso anche un briciolo di identità. Ma è da lì – da quei primi 45 minuti – che deve obbligatoriamente ricominciare, domenica prossima contro il Sassuolo capolista, atteso al Barbera con 30 punti di vantaggio e un possibile match-point per la promozione in A.
Come osserva Luigi Butera sul Giornale di Sicilia, se il Palermo riuscirà a replicare quella prestazione per l’intera durata del match, potrà quantomeno provare a rovinare la festa agli emiliani. Diversamente, il copione sarà quello già visto: prevedibile, scontato. E la stessa cosa accadrà anche in eventuali playoff, se dovessero essere centrati.
Eppure, anche dopo una vittoria esterna netta, è difficile sorridere davvero. E non è una sorpresa. Perché la stagione dei rosanero, fino ad oggi, è stata deludente, a tratti frustrante. Non basta una buona prestazione all’Arechi per sistemare mesi di disillusione. Lo sa bene il popolo rosanero, lo sa (o dovrebbe saperlo) anche Dionisi. Ma il tecnico, come sottolinea ancora Butera sul Giornale di Sicilia, continua a faticare non solo nella gestione della squadra, ma anche in quella – oggi altrettanto decisiva – della comunicazione.
Nel post partita di Salerno, anziché provare a ricucire il rapporto con l’ambiente in vista di un big match come quello col Sassuolo, Dionisi ha rilasciato dichiarazioni che sembrano studiate per esasperare ulteriormente il clima: «due settimane di chiacchiere», «non siamo il Sassuolo o il Real Madrid», «quindici minuti che hanno stravolto il pensiero sulla squadra». Frasi che sono diventate immediatamente il carburante perfetto per la critica social e per l’insofferenza crescente di una tifoseria che non ha mai del tutto digerito l’atteggiamento del tecnico.
Se a tutto ciò si somma una gestione dei cambi ancora una volta discutibile – non certo la prima della stagione – il quadro si complica. E assume contorni quasi grotteschi. Anche dopo una vittoria.