Secondo quanto riportato da “Malpensa24.it”, i 400 milioni di euro stanziati dal governo Conte per l’emergenza alimentare stanno per arrivare nei Comuni della provincia di Varese. Cifre non indifferenti, se si considera che andranno a sostenere le esigenze di quella fetta di popolazione che non ce la fa da sola a fare la spesa, ma già oggetto di immancabili polemiche sui criteri di ripartizione. Parliamo di 443mila euro destinati a Busto Arsizio, 427mila euro a Varese, 282mila euro a Gallarate, 208mila euro a Saronno, 115mila euro a Cassano Magnago, e così via, fino alla minuscola Duno, che porterà a casa 687 euro. Il primo a innescare la polemica è il sindaco leghista di Gallarate, Andrea Cassani, facendo un raffronto tra i soldi stanziati per la sua città e quelli di due realtà del Sud (Ercolano in Campania e Acireale in Sicilia), che hanno poco meno la stessa popolazione residente. E scoprendo che nelle città meridionali verranno spediti quasi il doppio dei soldi che arriveranno a Gallarate: “I cosiddetti “buoni spesa” – scrive Andrea Cassani – sembravano (di media) 6,61 euro a testa. Per Gallarate purtroppo però sono diventati (di media) 5,30 euro a testa. Mentre per comuni simili a noi a livello demografico ma che si trovano in regioni molto meno colpite per l’emergenza coronavirus – che è il motivo per cui si erogano questi fondi – l’importo procapite schizza sopra i 9 euro a testa”. Ecco qui di seguito il post del sindaco di Gallarate: “Non posso tacere vedendo quanto il governo sta facendo! Non voglio farne una questione politica ma non posso non incazzarmi a livello amministrativo: un conto è essere solidali ma un conto è passare sempre per deficienti e scusate ma non ci sto! Nelle scorse settimane ho anche ringraziato il governo per qualche precisazione puntuale ma oggi, sempre nell’interesse della comunità che rappresento, non posso proprio tacere!
Chi da gallaratese (o da cittadino lombardo) si indignerà per il mio post, sarà davvero colui che “fa politica”, non io!
Perché chi difende una ripartizione del genere è evidentemente in malafede e soprattutto non rispetta i propri concittadini. Ci sarà chi dirà che questi soldi non sono equamente divisi tra tutti i cittadini; fatto sta che il criterio utilizzato per la ripartizione è proprio il numero di abitanti e non ci sono nei criteri di distribuzione valutazioni puntuali sullo stato di povertà o indigenza. Quindi, cari concittadini se avrete bisogno dei buoni spesa e non ve ne saranno per voi è perché per il Governo ne avete meno bisogno di chi abita a Ercolano o Acireale.
Il momento dell’unione e della solidarietà nazionale ci potrà essere solo quando tutti verranno trattati allo stesso modo ed è paradossale come chi è più colpito è bloccato dal doppio del tempo rispetto agli altri ottenga metà dei fondi!”. Anche l’europarlamentare della Lega Isabella Tovaglieri alza la voce contro l’iniqua distribuzione dei fondi per l’emergenza, facendo il raffronto tra la sua città, Busto Arsizio, destinataria di 443mila euro, e quella di Lamezia Terme, in Calabria, che ha 13mila abitanti in meno (e molte meno persone positive al coronavirus) ma riceverà quasi 180mila euro in più. “È davvero assurdo – il commento dell’ex vicesindaco bustocco – la solita fregatura per essere garbati”.