Budan presenta Palermo-Venezia: «Un pullman ci cambiò la vita, Palermo finalmente in vetta. Zamparini? Negli ultimi 2 anni l’anticalcio»
“Tutto ebbe inizio da lì. Dalla pancia del Venezia partorì il nuovo Palermo firmato Zamparini, con la transumanza di giocatori, staff tecnico e dirigenti che vennero spostati in blocco dalla Laguna in Sicilia nell’estate del 2002. Un’operazione mai vista per una squadra di calcio, se la ricorda bene Igor Budan, uno dei tanti giocatori che in un mese cambiò il neroverde col rosanero. Il croato era uno dei giovani di quel gruppo ma ricorda tutto. «Fui l’ultimo in ordine d’importanza a salire su quel pullman con cui si presentò Foschi in ritiro–ricorda l’ex attaccante – fu una scena inusuale. Iniziammo la preparazione con il sospetto che qualcosa di grosso sarebbe accaduto. Zamparini giocava all’asta con il Genoa e il Palermo, alla fine scelse la Sicilia. L’acquisto del club rosanero portò Dal Cin alla guida del Venezia, lì capimmo che quella società non sarebbe durata molto. All’inizio fummo spaesati, ci venne prospettato di spostarci dall’altra parte dell’Italia, non una cosa semplice da fare, poi, a mente più serena, ci venne proposto un allungamento di contratto, nel frattempo iniziava ad arrivare la notizia del grande entusiasmo dei palermitani per la nuova proprietà, cosa che fece svanire i pochi indugi che restavano. Abituati ai 50 tifosi del Venezia era tutto più affascinante. Anche se poi non partecipai alla promozione in Serie A due anni dopo, è stata un’esperienza particolare che mi porto dentro». PADRE E FIGLIO A Palermo ha vissuto in seguito anni da protagonista. Il legame con Zamparini è stato lungo, quasi come tra un padre e un figlio. «Non so se si può definire così, ma 11 anni di carriera tra prestiti vari e il Palermo li ho fatti con la sua presidenza. Tornai a Venezia, poi diversi prestiti. Dei cinque anni in Sicilia ricordo le cose belle e le cose meno belle. Il gol fallito con la Samp che ci avrebbe portato in Champions, come la salvezza ottenuta con Mutti. Zamparini, però, non lo sento più. La mia esperienza da team manager non ho ancora capito perché s’interruppe». L’ANTICALCIO Il Palermo lo ha seguito, invece? «A essere sincero, le ultime due annate mi hanno fatto disamorare, ho assistito all’anticalcio e infatti il Palermo è retrocesso. Sono rimasto tifoso di questa squadra e ho visto cose incredibili. La gestione del presidente non l’ho capita, si sarà circondato di pessimi consiglieri. Lui, purtroppo, è così, si innamora periodicamente di gente diversa che spesso lo porta sulla cattiva strada. Anche gli esoneri del passato potevano avere un senso, quelli degli ultimi due anni no. S’è distrutto quanto costruito con l’ultima promozione in A. Io c’ero, da dirigente». Una sfida, col Venezia, che riguarda il suo passato. «Intanto gioisco vedendo il rosanero in alta classifica. E’ una sfida interessante tra due tecnici preparati. Tedino non lo conosco, ma tutti mi dicono quanto sia bravo e lo sta dimostrando. Inzaghi, dopo il Milan, ha accettato la sfida della Lega Pro e l’ha vinta con professionalità e umiltà»”. Questo quanto riportato dall’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.