Secondo quanto si apprende da una nota dell’agenzia di stampa “Adnkronos”, Stiamo andando verso un numero di casi segnalati molto basso in tutte le Regioni”. Lo ha affermato Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), durante la conferenza stampa all’Iss per fare il punto sull’emergenza coronavirus. Brusaferro conferma tuttavia una variabilità tra Regioni: “Ce ne sono alcune con un livello di circolazione ancora significativo, altre dove la circolazione è intermedia, altre dove è bassa”, ha detto, affermando che “attualmente a livello nazionale l’indice di contagiosità R0 è fra 0,5 e 0,7”. Variabilità anche nell’indice di contagiosità Rt, il cui dato rispecchia la situazione “non di oggi né di ieri, ma di qualche settimana fa”, ha ricordato Brusaferro facendo una precisazione anche sul range usato per esprimere l’indice: si riferisce agli “intervalli di incertezza: più sono stretti, più sono vicini al valore medio, più questo dato è consistente”. Insomma “la curva decresce e questo è un dato positivo, l’aspetto importante è che progressivamente si sta andando verso un numero di casi basso, anche in Lombardia”, sottolinea l’esperto confermando che “l’incidenza di letalità si conferma soprattutto nelle fasce d’età più elevate. La maggioranza dei decessi ha come prima causa l’nfezione da coronavirus, invece il 10-12% la prima causa di morte è da altre patologie”. Quanto alla ripresa del calcio in Italia “spetta al Cts, che sta prendendo in considerazione i protocolli della Figc, e credo che poi quando ci sarà la completezza dei dati il Cts valuterà in base anche all’andamento epidemiologico”. “Gli stadi, come luoghi di aggregazione, è difficile immaginare di riempirli. Sono raduni di massa, che in uno stato epidemiologico dove ancora il virus circola, non sono consentiti”, ha sottolineato Brusaferro. Sulla folla ai Navigli, l’esperto – d’accordo con il direttore Rezza – ha ricordato come la fase 2 non è quella del ‘liberi tutti’, bensì è “molto delicata. E’ importante che il Paese riparta, ma non è che con la fase 2 il virus ha cambiato identità o caratteristiche. Quindi – ha ammonito – se creiamo aggregazioni o violiamo quelle regole grazie alle quali ora possiamo guardare con un po’ di serenità” al futuro o perlomeno “alla situazione degli ospedali, se facciamo operazioni di rilassamento dei comportamenti individuali, faciliteremo o potremmo facilitare una nuova circolazione del virus”. Un punto sul quale “la conferenza stampa della settimana prossima potrà darci qualche dato in più”. In conclusione, “l’appello che rivolgo a me stesso prima di tutto – ha precisato Brusaferro – è sì poter uscire, camminare, fare attività fisica, godere di queste belle giornate. Ma se non indossiamo la mascherina, se ci aggreghiamo e prendiamo aperitivi insieme”, ci ritroveremo nelle stesse “modalità che hanno caratterizzato l’inizio della fase 1. Dobbiamo imparare a convivere con il virus e a contenerlo”.