Brunori: «Ho trovato a Palermo la vera casa»

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” riporta le parole di Matteo Brunori.

Il Palermo ha concluso ieri il suo master di cinque giorni nel centro sportivo del City – dopo il successo sui ragazzi del Nottingham Forest e la serata in libertà di venerdì – con un ultimo leggero allenamento mattutino. Brunori, come del resto tutti gli altri, ha apprezzato: «Di sicuro ci ha fatto bene. Abbiamo lavorato nel modo migliore. Adesso vediamo di travasare ciò che abbiamo fatto nella preparazione quotidiana e nelle partite a venire. Io mi sento bene, siamo tutti contenti del modo in cui abbiamo affrontato l’amichevole con il Nottingham e ci sentiamo pronti per la ripresa del campionato. Ci conosciamo sempre meglio, come uomini e come giocatori. Stare insieme in un ritiro serve anche a questo. Sta crescendo con tutti un feeling particolare».

Amichevole lo ha detto lui, eh, pure se la definizione ufficiale dev’essere allenamento congiunto. Il Brasile di Brunori in verità è durato un anno. Praticamente appena nato, Matteo è stato riportato da Macaé, Stato di Rio de Janeiro, in Umbria, terra d’origine della famiglia. Sono durate un anno quasi tutte le cose che ha fatto girando per i campionati minori da Foligno alla Lombardia alla Sicilia fino a Parma; compresi il passaggio per la Juventus Under 23 e i prestiti dalla Juve grande. Adesso che ha praticamente ventotto anni è definitivamente del Palermo, sta battendo i record locali di reti, ha messo venticinque gol sulla promozione dello scorso anno e in questa stagione in otto partite, Coppa Italia inclusa, è a sei, tre in campionato. Abbastanza per piazzarsi, ridendo, sul sedile di Haaland nello spogliatoio del City. «Lui è un idolo e io sono innamorato del numero nove. Questi sono campioni, noi un’altra cosa. Anche Vlahovic non è uno da sottovalutare. Ma io ho sempre avuto il mio faro in Kakà. Per il modo di giocare e perché tifo per il Milan».

LEGAME DI FERRO. Adesso si torna alla normalità dei campi in prestito di Palermo e delle strutture italiane. «E dove altro dovremmo andare? Anzi, io non vedevo l’ora di ritrovare la mia città. Lavoreremo come sempre e anche lì il City Group ci fornisce tutta l’assistenza necessaria». È il richiamo di una casa che duri più di un attimo, finalmente. «Anche questa estate quando sono tornato dal viaggio di nozze ero ansioso di tornare a Palermo. Ormai si è stabilito un legame di ferro con questa terra. No, non mi aspetto offerte, non cerco squadre che in questo momento sono più in alto». Allora, bentornato a casa.