Brunori e soci sempre a digiuno. Palermo, l’attacco non funziona più
L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sull’attacco del Palermo e su Brunori.
Una delle sfide nelle sfide più affascinanti in Palermo-Catanzaro era quella tra i rispettivi pacchetti offensivi: da una parte un tridente da 526 partite complessive in Serie B (226 Mancuso, 92 Brunori e 208 Di Mariano), dall’altra un quartetto che, pur con gente che a parte Iemmello non vantava trascorsi memorabili in cadetteria (Vandeputte, Biasci e Sounas), aveva dalla sua parte entusiasmo e creatività. I novanta minuti di gioco hanno sancito che non c’è stata competizione: il duello è stato stravinto dall’attacco di Vivarini, mentre i pari ruolo di Corini sono rimasti imbrigliati per gran parte dell’incontro e hanno cominciato a rendersi pericolosi solo cambiando gli effettivi (Valente ed Henderson in particolare).
Si pensava che il passaggio al 4-3-3 in estate, dopo che gran parte della scorsa stagione era stata disputata con il 3-5-2, potesse trasformare il reparto offensivo di Corini in una macchina da guerra. Tali sensazioni sono state alimentate da una campagna acquisti notevole, con innesti da Serie A come Insigne, Mancuso e Di Francesco e con la conferma di pedine importanti come Brunori, Di Mariano e Soleri. Dopo 15 giornate dall’inizio del campionato i gol degli attaccanti sono appena 10 (su 20 complessivi): l’ultimo su azione risale addirittura al 23 ottobre, messo a segno dal numero 7 contro lo Spezia, mentre l’ultimo in assoluto è quello del capitano sei giorni dopo contro il Lecco nella partita del 29 ottobre. Da lì in poi il Palermo ha realizzato solo tre reti, due con i centrocampisti (Coulibaly al Brescia, Stulac al Catanzaro) e una con i difensori (Lucioni alla Ternana): degli attaccanti poche tracce in fase conclusiva, nessuna in quella realizzativa.
A sorprendere negativamente è soprattutto il rendimento di Brunori, che rispetto al 2022/23 gioca più per la squadra che per se stesso (su richiesta esplicita di Corini) ma non sembra aver superato alcuni difetti: la lettura dei passaggi e dei movimenti dei compagni continua a non essere ottimale, i tocchi di prima sono una rarità e anche nelle conclusioni traspare la tendenza a privilegiare un tiro sporco per sé piuttosto che lasciarne uno pulito ai compagni. Il tecnico continua a credere in lui, come dimostrano anche lo spazio ridotto concesso a Soleri prima dell’infortunio e l’utilizzo di Mancuso da esterno piuttosto che da prima punta, ma per uno con le doti realizzative di Brunori quattro reti sono decisamente troppo poche