Ciccio Brienza è stato uno dei tanti fuoriclasse passati da Palermo, il fantasista è stato assoluto protagonista il primo anno di Serie A della gestione Zamparini, quando insieme a Luca Toni e Francesco Guidolin ha portato i rosanero in Coppa Uefa. La “Gazzetta dello Sport” ha intervistato il giocatore che sa bene come si vince la Serie D, dato che ha vinto il torneo l’anno scorso con il Bari. La sua più grande gioia si è trasformata nel più grande rimpianto… «Già, nel 2005 facevo parte del giro azzurro. Magari avrei avuto qualche chanche per i Mondiali con la rosa dell’allora Ct, Marcello Lippi, che portò a vincere in Germania il titolo. Ma, proprio durante l ’estate, Guidolin lasciò la guida del Palermo. Gli subentrò Del Neri e rimasi, purtroppo per me,“stretto” nel suo 4-4-2».
Palermo: pregi e difetti. «Quelli delle grandi piazze del sud. Tifosi molto passionali. Se vinci sei un campione, se perdi tutto diventa un dramma».
Cosa fa Brienza oggi? «Fin da bambino ho sempre e soltanto giocato al calcio.Ovvio che ora sia tutto cambiato, diverso per me, come una nuova vita o quasi. Ho smesso da poco,devo ancora abituarmi ad una nuova dimensione.Mi è rimasta dentro l’energia, la mentalità del calciatore. Ci vorrà tempo per smaltire questa cosa, mi aiuterà il nuovo incarico che mi è stato affidato nel Bari da dirigente. In fondo, sarà come cominciare una nuova vita».