L’edizione odierna di “Brescia Oggi” si sofferma sulla retrocessione in della squadra di Gastaldello ma soprattutto sulla serata da incubo al Rigamonti.
Retrocedere sul campo si può, ma non così. Non è tanto per il gol preso al 95’ dal Cosenza, che annulla la prodezza di Bisoli al 74’ (destro al volo su cross di Rodriguez) che porterebbe la partita ai tempi supplementari ed eventualmente ai calci di rigore. È per quello che succede subito dopo il gol di Meroni, che su punizione del franciacortino Brescianini di testa piega le mani di Andrenacci. Si riprende il gioco, Massa di Imperia allunga i 5 minuti di recupero inizialmente concessi. Il Brescia sta attaccando in massa nell’area del Cosenza e dalla Curva Nord iniziano a piovere uno, due, tre fumogeni che diventano almeno una decina, una ventina. Vola qualche oggetto in campo, i giocatori scappano verso l’imbocco degli spogliatoi. È il 96’, non si può più giocare. In campo entrano decine di tifosi, ma fanno irruzione le forze dell’ordine in assetto antisommossa per cercare di riportare una situazione esplosa in un attimo a una parvenza di normalità.
Il resto dello stadio fischia, iniziano i cori contro Cellino ma è più lo shock per quel che sta avvenendo. Per Brescia un’umiliazione ancor più grande rispetto alla retrocessione in Serie C e al modo in cui è arrivata, con quel gol incassato a tempo scaduto sul solito errore difensivo. I giocatori attendono che la situazione si calmi, l’area sotto la Nord viene ripulita dalle decine di oggetti e detriti lanciati in campo. La gara non è finita. Parlare della partita non ha più senso. Dopo la sconfitta dell’andata, il Brescia gioca un 1° tempo con il freno a mano tirato. Un solo tiro in porta (Listkowski al 29’, respinta da Micai), zero rischi perché il Cosenza difende a oltranza l’1-0 dell’andata. Nella ripresa i biancazzurri crescono con il passare dei minuti. Gli ingressi di van de Looi e Galazzi danno più verve alla manovra.
L’olandese prende l’incrocio dei pali, poi capitan Bisoli a 16 minuti dal 90’ impatta al volo un traversone di Rodriguez e batte Micai. Il Brescia ci crede, il Cosenza non cambia atteggiamento. Al 42’ Bianchi è solo nell’area piccola dopo un corner di Galazzi prolungato da Bisoli, ma l’attaccante a 3 metri dalla linea bianca calcia su Micai. Poi al 95’ pareggia Meroni di testa. Riprende il gioco, ma capita il finimondo già descritto. L’arbitro Massa di Imperia e i 2 capitani nello spogliatoio colloquiano. Alle 22.56 Massa torna in campo e fischia la fine. Dall’esterno intanto c’è un lancio di petardi verso il settore ospiti, gremito da un migliaio di cosentini. L’atmosfera è incandescente, ma un finale peggiore di questo non poteva esserci. Il Brescia è in Serie C dopo 38 anni. Fuori è guerriglia, si sentono sirene su sirene. Una macchina parcheggiata all’interno prende fuoco, tentativi di sfondamento delle cancellate, gli spettatori della tribuna che cercano di uscire trovano i cancelli chiusi e vengono rimandati in tutta fretta verso gli sky box a ridosso del campo. Ci sono anche alcuni feriti. Un finale che più deprimente non può essere.