Brescia Oggi: “Adesso è un calvario. A salvare la panchina è il bresciano della squadra «sbagliata»”

L’edizione odierna di “Brescia Oggi” si sofferma sulla sconfitta del Brescia contro il Palermo.

A salvare la panchina è il bresciano della squadra «sbagliata», Eugenio Corini. Il Brescia che affonda pure al Sud aspetta di sapere cosa frulla nella testa del suo patron Massimo Cellino, se lascerà a Daniele Gastaldello, al Barbera in tribuna per squalifica, il derby di domenica contro la Cremonese oppure gli darà il benservito. Cosi, però, non si può andare avanti. Così no, è un calvario, una via crucis, un tunnel di cui non si intravede la fine e a intuirla, la conclusione, si va prepotentemente a pensare alla scorsa, disgraziata stagione.

Attenzione, però. Il Brescia di Palermo non è stato disastroso: ci ha messo anima, cuore. Ma è stato innocuo contro una avversario malato, impaurito dopo 2 sconfitte consecutive, fischiato dal pubblico fino a quando Coulibaly, al 27’ del primo tempo, non ha sigillato una vittoria da massimo risultato col minimo sforzo. Non se ne viene a capo Sì, la quarta sconfitta consecutiva è tremenda perché davvero non si trova la soluzione di come venirne fuori. E ormai il Brescia si è specializzato nel resuscitare i morti: il Modena e il Bari, il Cittadella e il Palermo, un punto nelle ultime 3 partite e una pressione enorme sulle spalle di Corini, al quale sono bastati questi 3 punti per riportarsi a un solo punto dalla zona Serie A diretta. Il Brescia, invece, brancola nel buio. Certo, non è aiutato nemmeno dalla fortuna. E anche stavolta sull’arbitraggio c’è parecchio da discutere. Gli errori del pescarese Camplone non sono così clamorosi come quelli del trentino Perenzoni a Cittadella, ma è il modo di dirigere la gara, smaccatamente casalingo. E quell’ammonizione a Dickmann dopo meno di 40 secondi per un intervento su Mancuso sa di avvertimento. Non solo fischi stonati Ma il Brescia al Barbera non è affondato per i fischi stonati di Camplone. E nemmeno per la superiorità di una squadra costruita per vincere ma che, a detta del suo allenatore bresciano, ha avuto la meglio perché ha saputo impostare «una partita brutta, sporca, cattiva».

Uno come Lucioni il Brescia non ce l’ha, uno che vince i campionati di B (Benevento, Lecce, Frosinone). Ha ragazzi di talento, uno che potrebbe giocare anche in Serie A (Cistana, non a caso il migliore dei suoi per distacco) ma l’insieme è troppo friabile, reattivo alle avversità ma non quell’animus pugnandi necessario di chi è sempre più con l’acqua alla gola. L’immagine del tenero Brescia è il povero Fogliata che si fa travolgere dal possente Coulibaly in occasione del gol che decide l’incontro. Per il resto è generosa e ammirevole la continuità con cui i biancazzurri mettono sotto il Palermo nella ripresa, tenendolo costantemente sul «chi va là».  C’è pure qualche opportunità da sfruttare meglio. Le più clamorose nel finale dei 2 tempi: in prossimità dell’intervallo Cistana non sfrutta un «ponte» di Borrelli su punizione di Huard e calcia addosso all’ex Mataju con Pigliacelli fuori causa. E al 95’, su centro al volo di Dickmann, Bianchi dal cuore dell’area gira a botta sicura ma trova… la schiena di Moncini. La sfortuna ma non solo Brescia sfortunato, anche, ma mai e poi mai nei 100 minuti del Barbera riesce a dare ai suoi attacchi i crismi dell’assedio. E arriva così un’altra sconfitta, la meno brutta delle 4.

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Redazione Ilovepalermocalcio