Nel cuore di una stagione turbolenta, Massimo Cellino, presidente del Brescia, si apre in una franchezza rara durante un’intervista esclusiva con il Giornale di Brescia. Cellino, noto per la sua gestione diretta e spesso controversa, ha deciso di non solo esonerare l’allenatore Rolando Maran, ma anche di rivelare apertamente le sue delusioni e aspettative mancate. Durante la conversazione, il presidente lancia un messaggio chiaro sulle scelte tecniche e sulla resilienza richiesta, non risparmiando critiche verso gli atteggiamenti di alcune figure chiave dentro e fuori dal campo, inclusi i tifosi. Con un mix di speranza e fermezza, Cellino discute le potenzialità di rimonta in campionato, nonostante i recenti ostacoli, e lancia un ultimatum ai sostenitori del club, invitandoli a una maturazione necessaria per il bene del Brescia. Questa intervista offre uno sguardo intimo sulla tensione che si respira nei corridoi del club, ponendo Cellino ancora una volta al centro dell’attenzione nel calcio italiano.
Ecco le sue parole:
«Maran? Non ha ripagato la mia grande fiducia. A Pierpaolo Bisoli aveva già pensato quando siamo andati in serie A, ma suo figlio non era ancora un giocatore affermato. Oggi se Dimitri gioca non è certo perchè in panchina c’è suo padre. Il campionato di serie B è ancora molto instabile, vale per noi e per le avversarie. Ho cercato di non cambiare guida tecnica, ma purtroppo Maran non ha ricambiato la mia grande fiducia. Le sfide bisogna affrontarle mentre lui ha preferito defilarsi. Continuo a credere nei giocatori. Stanno dimostrando di non aver imparato dagli errori del passato. Spargere terrore e minacce non paga, l’abbiamo visto due anni fa. Sto facendo un ulteriore sforzo economico in un momento difficile del calcio. I nostri tifosi devono fare un salto di maturità, stanno allontanando la gente per bene. Io non scappo, ma è l’ultima chiamata per i nostri tifosi. Se non cambiano, le mie energie non sono illimitate».