Brandaleone: “Sannino, una panchina con poca gloria e tanto… odore. Le sue “fisime”…”
Giuseppe Sannino, ex allenatore del Palermo, è il primo allenatore ad aver pagato le conseguenze del Coronavirus nel suo lavoro. Già, perchè l’ex tecnico rosanero è stato discriminato a causa della sua nazionalità, dato che l’Honved (club ungherese) lo ha sollevato dall’incarico in quanto possibile portatore del virus, dato che è italiano. L’edizione odierna del “Giornale di Siclia” tramite la penna del giornalista, Carlo Brandaleone, fa il punto della situazione sul brutto episodio capitato all’ex allenatore del Palermo. Sannino di esoneri ne ha avuti parecchi in carriera, al Palermo dopo appena 4 giornate, venne sostituto da Giampiero Gasperini, a marzo però poi tornò in Sicilia, quell’anno accadde di tutto era il Palermo di Lo Monaco. In compenso l’allenatore campano ha lasciato un buon ricordo, anche con le sue “fisime”, infatti lo storico magazziniere rosanero, Pasquale Castellana, raccontò che Sannino sapesse fischiare come un arbitro, ma senza fischietto. La sua è quasi un’arte: sa modulare il suono con la bocca al punto da lasciare di stucco tutti. Ma Sannino verrà ricordato al Palermo principalmente per il suo profumo. Vestiva in modo elegante, e immaginiamo lo faccia ancora. Giovanile a dispetto della sua età non più «verde» (ad aprile compirà 63 anni) e la sua presenza era immediatamente riconoscibile dal profumo che emanava. Ovviamente sempre lo stesso, di una nota marca. Il problema, se così si può chiamare, era che Sannino chiedeva a tutti i tecnici e i dirigenti che andavano con lui in panchina di profumarsi prima dell’inizio di ogni partita, regalando generosamente confezioni dell’essenza che usava lui. Cosa che spesso veniva notata, anzi «odorata», anche dal direttore di gara e dai suoi assistenti. Ma Sannino non derogava, era tassativo nella sua richiesta. Tanto che qualcuno tra i suoi collaboratori era già convinto che il tecnico fosse il padrone, o che fosse in partecipazione, con l’azienda che produceva quel profumo. E che dunque si trattava di una ben precisa forma di pubblicità.