Brandaleone: «Quando in Serie D si tifava per la leggenda Cantiere…»
Il Palermo è di certo una novità in Serie D, la prima squadra di una città così grande è una rarità nel campionato dilettantistico. Negli anni 1970-1971 però, una squadra palermitana primeggio in Serie D, sfiorando la promozione in Serie C, ovvero la squadra “Cantieri Navali”, club composto da operai- calciatori che fu battuta dal Siracusa in un doppio spareggio alla monetina. Carlo Brandaleone, giornalista del Giornale di Sicilia” ha voluto ricordare questa squadra nel suo articolo, un calcio sicuramente di altri tempi. La squadra era composta da calciatori palermitani, Fatta, Di Gaetano, Morana, Agliuzza, Sposito, Firicano, Tirrito che era di Termini Imerese, Alduina che era di Caccamo. Gente dura a cui si aggiunsero un paio di giovani «reclutati» da Carmelo Del Noce, che era l’allenatore . Il miracolo del Cantiere nacque infatti anche al Distretto militare. Del Noce, che era appunto un ufficiale di carriera dell’Esercito, teneva d’occhio i nuovi arrivati (a quei tempi c’era la leva obbligatoria) chiedendo a tutti se sapessero giocare a calcio. Due ragazzi, Ciro Femiano e Luigi Losio, si proposero forse anche per evitare qualche turno di guardia. Uno veniva dalle giovanili del Napoli, l’altro dal Brescia. Dopo un rapido provino Del Noce li «arruolò» nei ranghi del Cantiere, aggiungendo tecnica e velocità a una squadra soprattutto fisica e grintosa. Femiano e Losio fecero faville e contribuirono allo straordinario campionato dei rossoblù, che riempivano regolarmente le tribune del campo dell’Acquasanta e che chiusero la stagione in testa a pari punti col Siracusa. In questa vicenda c’è anche un po’di rosanero. Già perchè la squadra dei Cantieri era seguita da molti supporters rosanero, delusi dalla stagione a metà classifica in Serie B. C’era del rosanero anche nel Siracusa, infatti gli azzurri erano allenati da Enzo Benedetti, storica bandiera del Palermo. Il primo spareggio si giocò al «Celeste» di Messina e finì senza reti. Ai giocatori fu elargito egualmente il premio di diecimila lire. La partita si fu ripetuta la settimana successiva allo stadio «Collana» al Vomero di Napoli. I preparativi furono febbrili, l’idea che Palermo potesse avere anche una squadra in C piaceva anche ai fans rosanero, che si unirono agli operai dei cantieri navali e aquelli dei cantieri di Castellammare di Stabia con cui fu stretto un gemellaggio. Per mandare la squadra in ritiro già dal martedì fu organizzata una colletta tra i dipendenti e la dirigenza dell’azienda, rappresentata da Marsana e Grasso, comunicò che ai calciatori non sarebbero state conteggiate in busta paga le ore non lavorate per preparare la partita. Più di mille tifosi partirono col postale la sera del sabato e all’alba del 7 giugno sbarcarono festosamente a Napoli dove incrociarono i fans del Siracusa. Furono scintille, che continuarono allo stadio, dove un sostenitore palermitano fu accoltellato. La partita finì 0-0 e si giocarono i supplementari. Inaspettatamente il Cantiere, che a differenza dal primo spareggio non aveva giocato benissimo, a otto minuti dal termine passò in vantaggio proprio con Losio. Sembrava fatta ma al 119’il Siracusa pareggiò con una punizione di Schiavo. Dunque tutto venne affidato alla monetina. Il primo sorteggio favorì il Siracusa ma l’arbitro Celli di Trieste fece ripetere il sorteggio. Il capitano del Siracusa scelse ancora «testa» e per la seconda volta la monetina planò sul terreno di gioco con la «testa» in evidenza.