L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” attraverso un articolo a firma Carlo Brandaleone analizza la stagione dei rosanero finita ieri con la sconfitta a Venezia.
È finita. Senza rimpianti, perché il risultato del campo nel doppio confronto non ammette dubbi. In finale va il Venezia, che rispettando i numeri della stagione regolare si è confermato più forte del Palermo. La squadra di Vanoli ha vinto al Barbera lunedì ed ha rivinto ieri al Penzo in modo perentorio. Con due gol (Tessmann al 4’, Candela al 43’) che hanno segnato la gara già nel primo tempo. Il Palermo per passare il turno avrebbe dovuto segnare quattro gol nella ripresa, compito fuori dalla portata di una squadra che, se si esclude la partita contro la Sampdoria, ha sempre mostrato notevoli limiti di organizzazione offensiva.
Affidandosi principalmente alle iniziative individuali dei suoi giocatori migliori. E così è stato, l’autogol di Svoboda al 41’ della ripresa su cross da destra di Traorè ha reso meno pesante il passivo ma non ha cambiato di una virgola il senso di una semifinale senza storia. Che il Palermo ha compromesso principalmente nella gara di andata. Una semifinale che chiude mestamente una stagione più nera che rosa per la qualità del gioco espressa, per le otto sconfitte interne (compresa quella dei playoff) nonostante la grande partecipazione del pubblico e perché nessun giovane ha mostrato segnali di crescita.
Una semifinale che chiude il piccolo ciclo iniziato dopo la promozione in B. Da oggi si azzera tutto e c’è da scommettere che ben pochi tra i protagonisti di questo campionato resteranno. Discorso che vale anche per Mignani, che arrivato troppo tardi sulla panchina rosa è riuscito a migliorare un po’la squadra ma non a trasformarla. Cambiando prima la guida tecnica si sarebbe potuto fare meglio? Difficile dirlo. Facile invece descrivere una gara come quella di ieri, che già al 4’ si era messa malissimo.
Il Palermo che avrebbe dovuto vincere con due gol di scarto è andato sotto alla prima puntata del Venezia, lucido e aggressivo, che ha segnato con una staffilata di destro di Tessmann, che Pigliacelli ha visto partire tardi. Il gol ha tagliato le gambe ai rosa, trasmettendo ancor più sicurezza alla formazione di Vanoli, che ha continuato a comandare con le consuete geometrie, con le consuete sponde di Pohjanpalo e le consuete incursioni esterne di Candela e Zampano. Il Palermo non ha reagito, la soluzione con una punta centrale (Soleri), Brunori a sinistra e Insigne tra le linee, che contro la Samp aveva funzionato, si è arenata e la posizione in campo di Ranocchia,
ancora una volta arretrato davanti alla difesa, ha reso ancora più complicata l’impresa .