Brandaleone: “Nessun imprenditore sano di mente compra il Palermo a quelle cifre”
“Adesso che è finita (tranne clamorose sorprese al momento lontanissime) possiamo dire due o tre cose su questa trattativa che ha appassionato e infine tradito i fans palermitani. Divisi in due schiere: quelli che si sono immediatamente “innamorati”di Baccaglini e quelli che pur contro Zamparini non hanno mai dato eccessivo credito al giovane italo-americano, o meglio a quello che l’ex Iena andava promettendo. Al modello “luna park”dell’opera zione. Un’operazione che partiva da un presupposto impossibile: valutare e vendere cento quello che vale dieci. Un club calcistico è anzitutto un’azienda e non sfugge alle regole generali dell’economia. Il Palermo come abbiamo spesso detto non ha patrimonio immobiliare, solo un modesto patrimonio giocatori che Zamparini sta ulteriormente svilendo. Non può essere valutato più dei suoi debiti (circa 60-70 milioni). Nessun imprenditore sano di mente lo farebbe e non si capisce perché l’avrebbe dovuto fare Baccaglini, o chi gli stava dietro. Per amore dei colori rosanero? La simpatia di Baccaglini è una cosa, la realtà dei fatti è un’altra e dunque si è arrivati inevitabilmente alla rottura. Una rottura che Zamparini ha giustificato anche con la mancata garanzia per gli investimenti futuri sullo stadio. Proprio lui pretendeva garanzie sulle strutture da realizzare, lui che in quindici anni non è riuscito a rendere decorosi i servizi igienici del Barbera. Una rottura che nasce anche da situazioni personali, legate alla natura di Zamparini. Il quale avrebbe forse anche venduto, ma a costo di restare a comandare il gioco”. Questo quanto riportato da “Il Giornale di Sicilia”.