“In fondo, se ci sarà un lieto fine, è più divertente così. Pensate che noia per i tifosi dell’Empoli, che da mesi hanno smesso di palpitare per la propria squadra. Accadde così anche al Palermo di Iachini, promosso con grande anticipo. E seppure con una partecipazione diversa per l’eccezionalità del fatto anche la prima promozione dell’era Zamparini fu ampiamente annunciata e conquistata. Adesso invece tutti col cuore in gola, per centottanta minuti che possono promuovere il Palermo in A o rimandarlo ai play off, dopo una girandola di risultati che ha ribaltato nel giro di una giornata, anzi di pochi minuti, l’esito di in intero campionato. Prendiamo il Parma, domenica a pochi minuti dal termine della gara di Cesena aveva più di un piede in A, oggi quasi certamente dovrà puntare tutto sugli spareggi. Perché? Perché non ha saputo gestire un vantaggio contro un avversario più debole. Tecnica e tattica non c’entrano in questi casi, dipende dalla testa e dalla capacità di gestirsi in condizioni di stress. Il giocatore si vede dal coraggio, cantava De Gregori. Qualcosa di simile era accaduto il giorno prima al Palermo a Terni, con un esito diverso perché i rosa erano avanti di tre gol. Ma anche loro negli ultimi minuti sono stati travolti dai padroni di casa. Per dire che a questo punto del campionato prevarranno le squadre più forti mentalmente, quelle che sanno restare lucide fino alla fine e che sanno soffrire di più. Lo diciamo ovviamente pensando al Palermo e alle scelte che Stellone farà nelle due prossime gare. Perché il presupposto per andare in A direttamente sarà quello di vincerle entrambe. E sarebbe un errore pensare che il Cesena verrà in gita in quanto è quasi salvo o che la Salernitana all’ultima di campionato non avrà più nulla da chiedere. Certo magari l’Entella che deve salvarsi metterà più ardore sabato contro il Frosinone, ed è su questo elemento che si fondano le speranze di sorpasso dei rosa. Ma non potendo incidere sulla gara di Chiavari oggi il Palermo ha un dovere ben preciso: vincere le prossime due gare evitando i cali come quello di Terni. Siamo chiari, non crediamo che la Ternana a dieci minuti dal termine abbia giocato per salvarsi. Ha provato a pareggiare pur sapendo che sarebbe servito a poco per qualcosa che si chiama orgoglio, amor proprio, insomma dignità. Dunque scongiuriamo ragionamenti sulle motivazioni di Cesena o Salernitana. Evitiamo di dare per scontato qualcosa che scontato non è. Contro Bari e Ternana troppi segnali hanno detto che questo Palermo ha ancora fragilità che l’arrivo di Stellone non ha risolto. E non ci sembra un caso che il crollo sabato è arrivato non appena sono usciti dal campo La Gumina e Rolando. I più giovani. Quelli che avevano lottato di più, quelli che avevano corso di più. Un’indicazione per il futuro. Un futuro magari sempre più italiano e sempre meno slavo. Un futuro magari con qualche prestito (che non è umiliante) come Rolando o con qualche giocatore a fine carriera come Pomini. Entrambe intuizioni di Lupo, perché va dato a Cesare quello che è di Cesare. Un futuro fatto di cose normali, perché anche quest’anno il Palermo ha perso tutte le sue scommesse balcaniche. E se davanti all’evidenza non avesse deciso di puntare stabilmente su Pomini, se non ci fosse stato Nino La Gumina, schierato per necessità dopo l’infortunio di Nestorovski, forse non guarderemmo con fiducia a una promozione diretta che prima della partita tra Cesena e Parma sembrava ormai compromessa”.
Questo quanto scrive l’edizione odierna de il “Giornale di Sicilia”.