L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul pareggio rimediato ieri dal Palermo contro il Como attraverso un editoriale di Carlo Brandaleone.
Il «pacco di Natale» al Palermo lo confeziona Marconi al secondo minuto di recupero di una gara con tanti colpi di scena che i rosa stavano portando a casa grazie a una prestazione finalmente concreta. Cosa può passare per la testa di un calciatore professionista in certi minuti? Non lo capiremo mai. Marconi con la palla già lontana, con la vittoria quasi in tasca, ha colpito alla pancia nella propria area di rigore Curto, difensore del Como, il migliore della sua squadra. Curto è andato giù accentuando la caduta, disperandosi come se fosse stato colpito da Tyson, l’arbitro Pairetto è stato richiamato dal Var e s’è visto in effetti il colpetto proibito.
Un pugno alla pancia del tutto inutile e Verdi ha realizzato glacialmente il rigore con cui la squadra di casa ha pareggiato. Dunque, stesso risultato di Parma, ancora una volta il Palermo è stato raggiunto nei minuti di recupero, dove evidentemente fatica a restare coeso e attento. Nulla è cambiato in classifica ma il rimpianto è forte e gli otto gol subiti in tre partite devono fare riflettere. Ma rispetto a Parma, dove pur pareggiando il Palermo fu dominato dagli emiliani, ieri la squadra di Corini ha giocato bene e avrebbe meritato di vincere.
Ha controllato il primo tempo segnando al 17’ con Di Francesco che ha battuto Semper in corsa da sinistra sul perfetto lancio di Gomes; ha controllato con sicurezza la prima parte della gara e, come era accaduto col Pisa, ha giocato male la parte iniziale della ripresa, subendo i gol di Cutrone al 1’ e di Gabrielloni al 14’, sempre sulle iniziative di Scurto da destra. Ha pareggiato il conto al 19’ con Segre, a segno per la terza volta di fila, e ha ribaltato il risultato al 37’ con Graves, che ha appoggiato in rete sulla punizione da sinistra di Stulac. Sembrava fatta, il Como attaccava senza criterio e i cinquecento fans rosa in curva cantavano cori di vittoria, poi la «frittata» di Marconi, il rigore e un pari che premia eccessivamente un Como mai padrone della gara.