Brandaleone: “Altro che rinforzi, a gennaio arrivano soltanto guai. Adesso con la nuova società…”
L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” riporta l’editoriale del giornalista Carlo Brandaleone in merito al calciomercato del Palermo. Ecco quanto riportato: “Da molti anni il mese di gennaio ha portato soltanto guai al Palermo, facendo dannare i suoi tifosi. La finestra invernale del mercato, nata per migliorare le squadre in difficoltà, nelle ultime stagioni ha regolarmente indebolito il (vecchio) club rosanero, in seguito a operazioni scriteriate, quasi tragicomiche, che hanno peggiorato la classifica nel girone di ritorno. E dire che il Palermo fino alla prima retrocessione dell’era Zamparini, appunto nella stagione 2012-2013, aveva ben sfruttato il mercato di riparazione. Limitandoci alle operazioni principali nella stagione 2003-2004, quella della promozione, per esempio, erano arrivati i gemelli Filippini e Grosso, nel 2007 arrivò Cavani, nel 2008 Balzaretti e nel 2009 Hernandez. Diciamo che fino a un certo punto della storia il Palermo anche a gennaio aveva lavorato con oculatezza. Il primo segnale di «confusione» nel gennaio del 2012, quando da un giorno all’altro e senza aver preso prima un rimpiazzo venne ceduto Pinilla al Cagliari. Difficoltà ambientali, storia di donne si mormorò. Arrivò Vazquez, è vero, ma giocò pochissimo e a fine stagione venne ceduto in prestito in Spagna. Nella stagione successiva il caos. A gennaio Zamparini affidò il mercato a Lo Monaco, che senza un euro in cassa rifece la squadra cedendo Brienza, Budan e Giorgi. Arrivarono Sorrentino e una schiera di personaggi sconosciuti. Il brasiliano Anselmo fu scambiato alla pari con Pisano col Genoa, poi Faurlin, Boselli, Fabbrini e perfino tal Sperduti che non
giocò mai. Il top quattro anni di contratto a 800.000 euro l’anno a Nelson. Il risultato fu la retrocessione in Serie B. Il ritorno in A nella stagione 2014-2015 non rimise il Palermo sulla giusta carreggiata e gennaio continuò ad essere un mese di passione. In questa stagione a gennaio fu lasciato libero Muñoz che andò alla Samp per pochi spicci. Ma in compenso arrivò il difensore paraguaiano Ortiz, che prima faceva il portiere, e che non giocò mai. Arrivò anche la punta venezuelana Arteaga con quattro anni di contratto milionario. Ma dopo visite mediche non del tutto convincenti fu ceduto in prestito all’Hajduk. Poi in C in Belgio fin quando non se ne sono perse le tracce. Le cose non andarono meglio nella stagione 2015-2016, la china che aveva preso il Palermo era già piuttosto chiara. A gennaio, come l’anno prima, fu lasciato praticamente libero Luca Rigoni che si accasò al Genoa per soli 250.000 euro; furono ceduti anche Bolzoni e Daprelà. Arrivarono Cionek, Balogh e Posavec. Nel 2015-2016 il Palermo si trovò subito invischiato nella lotta per evitare la retrocessione. La squadra era debole e aveva bisogno di rinforzi prima del doppio confronto quasi decisivo a cavallo tra l’andata e il ritorno, prima col Pescara in casa poi a Empoli. Risultato: arrivarono nientemeno che il modesto difensore Sunjic e lo svedese Silva, un attaccante che giocò pochi minuti col Crotone e poi non mise più piede in campo. Nei giorni seguenti furono ceduti Hiljemark e Quaison. Ovviamente quel mercato segnò la fine delle speranze di salvezza del Palermo. Nei due successivi tornei di Serie B situazioni praticamente identiche. Il Palermo chiude in testa il girone di andata con cinque punti sulle seconde ma a gennaio non fa nulla per migliorarsi, anzi cullandosi sul vantaggio acquisito cede prima Embalo e Cionek (il suo miglior difensore), l’anno successivo il solo Embalo, ma già a novembre si era privato di Struna. Sempre per cifre irrisorie. In entrambi i campionati 2017-18 e 2018-19 il Palermo nel girone di ritorno perde il vantaggio accumulato all’andata e finisce prima quarto e poi terzo nella regular season. Non sappiamo cosa sia accaduto nelle ultime stagioni, se l’autolesionismo del Palermo sia stato solo frutto di miopia, sappiamo però che oggi che il nuovo club rosa si trova a fare scelte importanti per vincere il campionato sarebbe delittuoso guardare solo alla classifica. Perché il ritornello «siamo primi, dunque non ci servono rinforzi» è stato la colonna sonora del fallimento rosanero”.