«Secondo me in questo momento sono aperti tanti scenari, fra cui anche quello di una serie B con due gironi da 20 squadre di cui andremmo a far parte. Questo, certo, sarebbe il nostro sogno e credo che in un’ottica di riforme dei campionati una soluzione tale potrebbe avere un 50 per cento di possibilità di essere realizzata. In ogni caso spero che domani (oggi, ndr) vengano prese le dovute decisioni perché il tempo comincia davvero a scarseggiare. Come prima cosa la C deve diventare semiprofessionistica perché soprattutto il prossimo anno le spese saranno insostenibili. L’emergenza sanitaria per il coronavirus ha reso l’esistenza difficile a molti club in terza serie, dove sono più che altro i presidenti a mantenere in vita le società. Oggi però chi ha un’azienda pensa a salvaguardare prima quella che la squadra di calcio, com’è logico che sia, e in più si aggiunge il fatto che se, come sembra, dovremo giocare a porte chiuse fino a che non verrà trovato il vaccino al virus, crolleranno anche altri introiti come gli incassi al botteghino o gli sponsor. Alcuni club hanno già iniziato a liberarsi dei contratti più onerosi, mentre altri palesano evidenti difficoltà a far fede agli impegni economici presi. Insomma sarà dura per tutti. Se dovessimo affrontare un nuovo campionato di serie C a carattere professionistico sarebbe un problema anche per noi, non lo nascondo. Per questo dico che è il momento giusto per fare le riforme e di conseguenza aspettiamo con fiducia il pronunciamento di questo consiglio federale. Forse siamo di fronte ad una svolta epocale». Queste le parole del presidente del Pontedera, Paolo Boschi, rilasciate ai microfoni di “La Nazione” in merito alla riforma che riguarda il campionato di Lega Pro.