Riconfermato anche per quest’anno il Bonus Sud: le agevolazioni con decontribuzione pari al 30%, per le aziende che assumuno nel Mezzogiorno: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Vediamo nel dettaglio come funziona.
Bonus Sud 2021: cos’è e i requisiti per accedervi
Bonus Sud 2021: in realtà è una misura presente dallo scorso anno, il bonus infatti era entrato in vigore con il decreto Agosto 2020, ed è stato riconfermato con la Legge di Bilancio in vigore dal 1° gennaio partendo dal 2021.
A spiegare come funziona il bonus, ci ha pensato l’Inps, nella circolare del 22 febbraio 2021: la misura prevede una decontribuzione pari al 30% sino al 31 Dicembre 2021, per poi subire una modulazione in diminuzione negli anni, sino al 2029, per la quale è stata confermata.
Per quanto riguarda la modulazione della decontribuzione, lo schema è il seguente:
sino al 31 dicembre 2025, la decontribuzione a carico del datore di lavoro è pari al 30%, con esclusione dei premi e contributi dovuti all’INAIL;
per gli anni 2026 e 2027, la percentuale scende al 20%, della contribuzione previdenziale a carico del datore di lavoro, con esclusione dei premi e contributi dovuti all’INAIL;
per gli anni 2028-2029, la soglia si abbassa ancora al 10%
Il Bonus Sud è valido per i lavori subordinati, escluso il lavoro agricolo e domestico, se, come precisa l’Inps, “la sede di lavoro sia situata in regioni che nel 2018 presentavano un prodotto interno lordo pro capite inferiore al 75 per cento della media EU27 o comunque compreso tra il 75 per cento e il 90 per cento, e un tasso di occupazione inferiore alla media nazionale”.
Quali le Regioni interessate dal Bonus?
Le Regioni interessate sono: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.
Chi può fare richiesta del Bonus?
Il Bonus sud può essere richiesto da datori di lavoro privati anche non imprenditori, con esclusione del settore agricolo e dei datori di lavoro che stipulino contratti di lavoro domestico, e delle imprese del settore finanziario. Quest’ultime sono state escluse a seguito di una decisione della Commissione Europea. Inoltre, come riportato nella circolare dell’Inps, sono esclusi anche:
agli enti pubblici economici;
agli istituti autonomi case popolari trasformati in enti pubblici economici;
agli enti trasformati in società di capitali, ancorché a capitale interamente pubblico;
agli ex IPAB trasformate in associazioni o fondazioni di diritto privato ed iscritte nel registro delle persone giuridiche;
alle aziende speciali costituite anche in consorzio (ai sensi degli artt. 31 e 114 del D.Lgs. 267/2000, Testo unico sugli enti locali);
ai consorzi di bonifica e industriali;
agli enti morali;
agli enti ecclesiastici.
Possono fare richiesta di Bonus, anche le imprese che pur non avendo la sede legale nelle regioni indicate nel provvedimento, abbiano comunque le unità produttrici in queste 8 Regioni.
Nel caso in cui si tratti di lavoro in somministrazione, il Bonus può essere richiesto a patto che l’Agenzia per il lavoro con la quale il lavoratore ha stipulato il contratto di somminsitrazione sia ubicata in una delle 8 regioni del Mezzogiorno.
Altri requisiti fondamentali affinchè il datore di lavoro possa fare richiesta del bonus è l’assenza di violazioni delle norme fondamentali a tutela delle condizioni di lavoro e rispetto degli altri obblighi di legge e il rispetto dei accordi e contratti collettivi nazionali, nonché di quelli regionali, territoriali o aziendali. Il datore deve essere anche in regola con il versamento dei contributi.