Boncore (All. Troina): «Siamo padri di famiglia, lavoriamo per portare un pezzo di pane a casa…»

«Per me il calcio è sempre stato lavoro, passione. Ho iniziato la mia carriera da allenatore in Sardegna e sono stato lì per sei anni, alle spalle avevo un lavoro che mi permetteva di campare la famiglia, poi il calcio è rimasto l’unica fonte di guadagno. Il calcio non mi ha mai fatto mancare nulla da giocatore. Adesso sento parlare molti addetti ai lavori in questo momento difficile. Lo è meno per quelli che alla fine di ogni mese hanno il loro stipendio versato in banca. C’è chi lo fa per portare un pezzo di pane a casa. Mio padre era un operaio dell’Enel, lavorava per portare avanti una famiglia con cinque figli. Lui mi ha insegnato che il valore di un uomo si vede dalla dignità del lavoro. Voglio lanciare un messaggio a tutte quelle società che pensano che questo mestiere si faccia per promuovere la propria immagine, perché è uno sport. In realtà invece ignorano i tanti sacrifici che stanno dietro al calcio. I valori umani vengono prima di tutti. Quando si sottoscrive un accordo economico in serie D, lo si fa per avere la massima tutela. Penso a quelle persone come me che hanno dei figli a casa, ma anche a quelle che passano in secondo piano come i magazzinieri. Ho giocato a calcio per tanti anni e ho avuto la fortuna di trovare dei presidenti che prima di tutto erano uomini veri. Loro apprezzavano il lavoro. Lavoro che cominciava il martedì e finiva la domenica. Oggi invece è difficile trovare tutto questo. Il mio pensiero va a tutte quelle persone che come me vivono per questo sport. Si pensa che molte squadre potrebbero non iscriversi al prossimo campionato. Sento parlare molti addetti ai lavori affinché il campionato si fermi. Giusto fermarlo, per carità, allora dico che vanno fermati pure chi lavora e ha lo stipendio sicuro ogni mese». Queste le parole dell’allenatore del Troina, Davide Boncore, rilasciate ai microfoni di “Goal Sicilia” in merito all’emergenza Coronavirus.