L’edizione online de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sullo scandalo che ha colpito la Bolivia.
Una bufera di proporzioni gigantesche tale da portare alla sospensione e all’annullamento immediati dei campionati di prima e seconda divisione. Accade in Bolivia, dove il presidente federale Fernando Costa ha scoperchiato il vaso di Pandora con tanto di intercettazioni che svelano l’esistenza di un vasto schema criminale dedito alla manipolazione dei risultati.
Il provvedimento, attuato martedì sera con 14 voti a favore e uno contrario, arriva a una settimana di distanza dalle prime denunce presentate dalla commissione disciplinare, che era entrata in possesso di decine di audio compromettenti. Gli organi federali parlano senza mezzi termini di una “rete criminale che coinvolge dirigenti di primo livello di oltre metà dei club di prima e seconda divisione, oltre a giocatori e arbitri”.
Lo schema emerso rivela una vasta rete di corruzione che ha lucrato sul calcio manipolando sistematicamente i risultati di tutti i tornei locali (compresa la coppa nazionale). Da qui la decisione di fermare i campionati e annullare tutte le partite disputate da inizio anno. Tra gli audio diffusi a sostegno dell’accusa, quello che inchioda Marco Rodriguez, presidente del club Vaca Diez, intento a “confezionare” un 6-1 contro il proprio club nella sfida di campionato contro il Nacional Potosì, secondo in classifica al momento dello stop del torneo. Rodriguez e l’arbitro Gaad Flores discutono esplicitamente sul risultato finale della sfida e sulla distribuzione delle reti nell’arco dei 90’ in modo da indirizzare il flusso di scommesse. Per Rodriguez e per Flores sono immediatamente scattati gli ordini di arresto, ma la federazione ha anticipato che non saranno gli unici. Decine di intercettazioni inchiodano presidenti e dirigenti della commissione arbitrale, quattro dei quali già raggiunti da provvedimenti di sospensione.