L’edizione odierna di “Repubblica” riporta un’intervista al ministro Boccia. «L’Italia riparte gradualmente dal 4 maggio. Attenzione, però: ripartono settori dell’apparato produttivo che adotteranno le linee guide stabilite dal governo». Il 4 maggio si potrà uscire senza autocertificazione? «Non è stata presa alcuna decisione, lo stabilirà come sempre il cdm. Dal 4 maggio non c’è il ritorno al passato, perché il nostro passato finché esiste il virus non tornerà. La nuova normalità prevede ancora tanta pazienza, autocertificazione compresa. Chi non rientra nelle categorie che ripartono è ancora a rischio contagio. Lo facciamo per proteggere salute e vita, non per limitare la libertà». Un figlio potrà andare a trovare gli anziani genitori? E organizzare una cena a casa con dieci amici? Lei lo farà, dal 4 maggio? «No, non lo farò. Maggio dev’essere ancora un mese di sacrifici sociali. Non è il momento di organizzare cene numerose». «Gli anziani dovranno essere ancora più protetti per impedire che ci sia una seconda ondata. Con la Protezione civile stiamo studiando una chiamata su base volontaria dopo il successo di quella per medici e infermieri – anche dei ragazzi che prenderanno la Maturità e che potrebbero essere arruolati per i servizi essenziali nelle loro città, ad esempio la consegna della spesa o i servizi agli anziani. Naturalmente con un inquadramento che li faccia sentire coinvolti in quest’operazione di rinascita. Lo stiamo studiando per l’estate, affiancandolo al magnifico lavoro delle reti di volontariato». «Temiamo la seconda ondata a ottobre-novembre e dobbiamo essere prontissimi. Dobbiamo entrare in quest’ottica e augurarci di avere il vaccino e una terapia che riduca al minimo l’ospedalizzazione dei positivi. Penso sia possibile» – ha concluso -.