Intervistato ai mocrofoni di “Marca” Kevin Prince Boateng, centrocampista di proprietà de Las Palmas, ha svelato alcuni particolari inediti e scottanti del suo passato. Ecco le sue parole: «Nella mia vita mi sono pentito di molte cose. Essere giovani non aiuta, perché ha giocato solo il mio talento. Quello non era il modo giusto. Adesso ripensandoci mi pento di non aver lavorato duramente in precedenza. Ma era normale in quel momento, avevo fama e denaro. Da un giorno all’altro avevo così tanti soldi da poter comprare tutto. In soli due anni ho speso tutti i miei soldi in auto, orologi, stivali, discoteche, ristoranti e amici che in realtà non lo erano. Per uno come me, che è cresciuto in un quartiere povero e senza soldi, era pericoloso. Molti mi dicono che sembro arrogante. Io penso che per giudicare una persona devi conoscerla. Sono nato così. È una protezione , lo fa anche per Ibrahimovic. Se si parla con Ibra dieci minuti ci si rende conto che si tratta di una persona fantastica. Quasi tutti i giocatori sono così, ad eccezione di Ronaldinho, che è sempre scherzoso. In Sudafrica, per il Mondiale, ho conosciuto Nelson Mandela. Lui mi chiamava il “Beckham africano”. Una volta mi propose di sposare una sua figlia, ma gli dissi che avevo già una moglie. Lui mi rispose: “Qual è il problema? Io ne ho 5”. Un personaggio straordinario che emanava un’aura incredibile. Sul razzismo? Non è cambiato nulla.. La cosa importante non è calcio professionistico, ma la gente di tutti i giorni. Il razzismo non è bianco contro il nero. Ogni giorno c’è il razzismo in tutto il mondo, dalla razza, dalla religione, dall’odio.»