L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” riporta un’intervista a Pierpaolo Bisoli il quale si sofferma a parlare del campionato di B ma non solo.
Pierpaolo Bisoli, da 7 anni già nonno di due nipotine che riescono a calmarlo, è l’allenatore con più panchine in Serie B (315, più 9 di spareggi) tra quelli al via in questa stagione.
Si sente vecchio? «A parte un paio di ernie dovute al tennis, ho l’entusiasmo del primo giorno. E il clima che si è creato qui a Modena non mi fa sentire vecchio ma… esperto».
Se perde la carica lei… «Quando comincerò a capire che non ne ho più, preferirò smettere e non farmi dare del bollito che ruba lo stipendio».
Modena la stimola? «Credo nei rapporti umani e qui è il top. Sono arrivato da ‘nemico’ dopo le battaglie con Cesena e Bologna e mi sono fatto apprezzare come uomo: farlo come allenatore, visto che nel torneo scorso ho fatto solo 5 partite, sarà il mio primo impegno. E sapere che ci sono già 4.500 abbonati mi carica molto».
Cosa proporrà di nuovo? «Qualcosina… Il Modena ha già la sua identità, ma cerco di farlo giocare di più rispetto ad altre mie squadre che non avevano queste qualità tecniche».
Due anni fa portò il Südtirol alla semifinale playoff definendolo una A112 Abarth. Come sarà il suo Modena? «Nella terra della Ferrari… Ora siamo in catena di montaggio: non credo esista, ma vorrei una Ferrari 4×4 per la montagna e con cavalli da scatenare in pianura. Di sicuro saremo squadra scomoda per gli avversari».
Avete preso Botteghin e Mendes reduci da una retrocessione e un Caldara da rilanciare: è soddisfatto dal mercato? «Ringrazio la società per come sta lavorando. Serve un po’ di pazienza, Caldara sta molto bene, aspettiamo Mendes al meglio, Botteghin è una certezza e ha il mio entusiasmo. Credo che manchino ancora due giocatori: uno davanti e uno a destra. Poi credo che ci divertiremo».
Sono arrivati diversi giovani: chi l’ha colpita più di tutti? «Era già qui, ma se Bozhanaj mi ascolta diventa un grandissimo giocatore: l’ho provato da quinto, ha dei colpi che…».
Lasciando stare le big, dove colloca il suo Modena? «Tra il sesto e l’undicesimo posto, dobbiamo arrivare lì. Sapendo che Cremonese, Sassuolo e Palermo sono fuori categoria».
E il Brescia di suo figlio? «Nostro stesso target»
Sarà una B diversa? «No no, sarà la solita, e si alzerà il livello tecnico. L’ultima potrà sempre battere la prima. Quindi noi avremo l’umiltà delle ultime e l’entusiasmo delle prime»
Tocchi ferro, ma è dal 2015-16 (Perugia in B) che non fa un campionato intero. «Ci sarà il massimo impegno per arrivare in fondo. A Modena con società, giocatori e staff ho trovato l’alchimia giusta, quella che avevo soltanto in squadre che sono arrivate molto in alto. Non aggiungo altro…».