Attraverso il suo editoriale su “La Gazzetta dello Sport” Nicola Binda fa il punto sul campionato di B, sulla classifica e sul Palermo.
Il primo effetto è il congelamento, in Serie B, della vetta. Parma e Venezia allungano ancora andando a +6 sul terzo posto, dove adesso si è issato il divertente Catanzaro. Non solo, con il trascorrere delle giornate, le squadre di Pecchia e Vanoli stanno acquisendo anche solidità e consapevolezza. In particolare il Parma, che è forse l’espressione di classe più cristallina della categoria, ma con un limite caratteriale che sembrava poterlo frenare nelle contese più tignose. Vincere così su un campo come quello dello Spezia invece significa che oltre ai piedi buoni questa squadra ha anche gli attributi. Cosa che non manca al Venezia, migliorato notevolmente nella concretezza sottorete, dove accanto ai finalizzatori vichinghi (prima Pohjanpalo, ora Gytkjaer) sono cresciuti gli ispiratori, coloro che devono infiammare gli ultimi trenta metri.
Tutto ciò ha portato a una situazione insolita per le ultime stagioni della B, visto che le prime due posizioni così blindate non si ricordano da anni. Non perché in passato mancassero le squadre dominatrici, tutt’altro: il problema è che in questa edizione sembrano davvero poche le squadre con i crismi per la A. Adesso che la classifica ha finalmente preso la sua chiara fisionomia dopo gli ultimi due recuperi, nessuno può sentirsi virtualmente più vicino alla vetta. I punti sono questi e, se sono legittimi quelli di Parma e Venezia, sono pochi quelli delle altre pretendenti alla promozione. Pochi come i segnali di belligeranza. Il Catanzaro? Ok, splendida rivelazione, l’oscar di miglior matricola dell’anno è già suo, ampiamente. La Cremonese? Stroppa ha sicuramente aggiustato la difesa, ma è il primo a sapere che se non fai gol non pedali e, vista l’ombra che sta mettendo in imbarazzo il capocannoniere Coda con l’inchiesta di Benevento, il fatto che non ci siano altri finalizzatori non va sottovalutato.
Il Modena? Altra squadra da tenere d’occhio, che sta crescendo di giornata in giornata ma che non sembra avere ancora condito la pasta. Il Como? Lo shock del cambio in panchina è ancora da assorbire e il test di Bolzano è molto probante. Il Cittadella? È tornato – zitto zitto – la macchina perfetta che mette in difficoltà chiunque e prima o poi realizzerà il suo Grande Sogno. No, è soprattutto il Palermo a mancare in questo gruppo. Si può consolare con un (ultimo) posto nei playoff blindato, ma suvvia: è il minimo sindacale. Dopotutto stanno emergendo limiti notevoli, erroneamente attribuibili solo al lavoro dell’allenatore. Forse la ricca rosa è stata amalgamata male, forse non tutti i “nomi” reggono la pressione della piazza, forse le metodologie di lavoro imposte da Manchester non sono le più adatte per la B. In ogni caso, Parma e Venezia ringraziano.