L’ex rosanero Roberto Biffi ha parlato ai microfoni di “Gds.it” esprimendosi sul Palermo e su Dario Mirri, rivelando il retroscena di una promessa fatta dal presidente rosanero alla vecchia gloria.
Ecco le sue parole:
«Quei colori addosso sono stati la vita per me. Como? Bella partita, tirata. Prima di andare in vantaggio il Como ci mise in difficoltà. Ma sono annate e noi avevamo la buona stella in quella stagione. Riuscimmo a controllare bene la gara e vincemmo due a zero con i gol di Buoncammino e Cecconi. Al ritorno, in casa, c’erano 35 mila spettatori. Fu una partita giocata solo per sancire la vittoria. Non l’abbiamo snobbata ma fu a senso unico. L’1 ad 1 non lo vidi perché fui espulso nel finale per un fallo non cattivo a metà campo. Era un altro calcio – spiega con nostalgia l’ex difensore rosa -. A quei tempi era più divertente, a livello emozionale ti lasciava ancora qualcosa. Oggi è un gioco diverso. Quello nostro era fatto di cuore, di anima. In questo momento la tattica la fa più da padrona rispetto alle doti. Prima si lasciava spazio alla fantasia, infatti adesso il fantasista è sparito. Noi avevamo Battaglia che faceva la differenza. Adesso gli allenatori non vogliono che dribbli o che salti l’avversario»
«Mio figlio ha qualità – racconta orgoglioso Biffi – è un difensore come me. Ha un bel fisico, è alto un metro e 90, ha piede e, al contrario mio, è bravo anche di testa. Mi piacerebbe se giocasse nel Palermo, ma anche io sono stato vicino al ritorno come tecnico delle giovanili. In teoria – rivela Biffi – c’è ancora in piedi qualcosa. Mirri mi ha promesso che quando finiranno i lavori a Torretta ci sarà più spazio. Mio figlio, però, potrebbe venire anche senza di me, io ormai quello che ho fatto ho fatto. Con un centro del genere, mi diceva Mirri, spazio ce n’è un po’ per tutti, soprattutto per quelli che hanno ancora il rosa nel cuore».
«In questa squadra ci sono giocatori importanti ma non giocano benissimo. Spesso vanno in difficoltà. Secondo me non sono all’altezza di altre squadre a livello di gioco. Anche a livello fisico – spiega – non li vedo benissimo perché spesso fanno due partite in una, nel senso che giocano un tempo bene e uno male. Una squadra che non ha equilibrio. Corini – continua Biffi – a livello umano è una persona corretta, sa il fatto suo; da giocatore è stato un grande, come allenatore non mi dà l’impressione però di avere la situazione in mano. Anche perché la rosa allargata ha creato più scompensi che cose positive. Gestire una rosa così ampia non è facile e lui, secondo me, cambia spesso la formazione per non scontentare nessuno. Quando invece ci sono giocatori, come ad esempio Verre e Valente, che meriterebbero di giocare sempre dall’inizio. Non so se questo suo modo di gestire la squadra è ragionata o un modo di levarsi il fastidio. Farei giocare in linea di massima sempre la stessa formazione – conclude l’ex numero sei rosanero – se cambi sempre non crei affiatamento tra i reparti».