Al termine della conferenza stampa alla vigilia dell’amichevole contro l’Italia Oliver Bierhoff, attuale dirigente della Nazionale tedesca, si è espresso così: «Siamo più giovani rispetto all’Europeo, alcuni dei nostri giocatori devono ancora fare esperienze importanti a livello europeo. Adesso cerchiamo meno possesso palla e puntiamo più sulla finalizzazione. Per quanto riguarda la qualificazione siamo abbastanza avanti, quindi possiamo permetterci alcuni esperimenti. L’Italia di Ventura? Abbiamo passato due giorni a Roma per staccare. E’ stato un modo per divertirsi e fare gruppo, da oggi inizieremo a pensare alla sfida contro l’Italia. Gli azzurri sono una squadra organizzata e concreta con giocatori bravi dal punto di vista tecnico-tattico. Sarà dura, ma dal punto di vista della qualità abbiamo qualcosa in più. I giovani italiani? Non ho studiato molto il calcio italiano onestamente. I giovani però vanno sfruttati, la scuola italiana è buona e serve dargli spazio. Ma non posso dire dei nomi precisi. I rigori di Pellé e Zaza? Ho solo grande rispetto per l’Italia. Sotto l’aspetto tecnico ho visto squadre migliori, ma gli azzurri erano messi benissimo in campo. Non siamo riusciti a giocare come volevamo ma alla fine siamo stati fortunati, ma probabilmente avevamo qualcosa in più. Alla fine è stato un bel sollievo. Il girone dell’Italia? È difficile, la Spagna ha grandi giocatori anche se sono poco incisivi in zona gol. Tutto è possibile, ma l’Italia non può permettersi errori nelle altre gare. I cambiamenti di proprietà in Italia? Da noi i club non possono essere venduti integralmente, c’è il limite al 49%. È importante che ci sia un progetto dietro e in alcuni casi non lo vedo. Da noi ci sono 2-3 esempi, come l’Hoffenheim e il Lipsia. È un progetto di 4-5 anni, investire sugli stadi e sui giovani porta ai frutti sperati. La polemica con San Marino? In Germania non se ne è parlato. I miei ragazzi hanno rispetto. Quando batti una squadra abbastanza facilmente è normale fare discorsi del genere, li facciamo anche in patria con la Coppa. E poi Muller ha ragione, a San Marino non sono professionisti».