Oreste Vigorito, Presidente del Benevento, ha parlato ai microfoni del Corriere dello Sport parlando così in merito al campionato cadetto:
«Benevento ha capito lo spirito e le intenzioni delle mie parole: quei primi seimila abbonamenti già sottoscritti sono lì a dimostrarlo. Non bisogna avere paura di dire le cose come stanno. Le faccio alcuni nomi dei nostri ragazzi: Mattia Viviani, 21 anni; Christian Pastina, 21 anni; Riccardo Capellini, 22 anni; Angelo Talia, 19 anni; Siriky Sanogo, 20 anni e potrei andare avanti. Abbiamo impostato un piano triennale, ragionato e razionale per impiegare al meglio le risorse disponibili: questa è l’unica strada che dovevamo e potevamo imboccare. Una società è sana se ha i conti in regola. Le esperienze vissute in questi anni ci hanno insegnato molto. Il calcio è un gioco meraviglioso; oggi, per raggiungere il massimo è più che mai necessario essere attenti alla gestione dei bilanci e delle risorse che ogni società ha a disposizione. Ed è ciò che a Benevento stiamo facendo. No, non mi piace l’etichetta di serie A2: noi siamo la serie B, il torneo che unisce l’Italia dal Nord al Sud; dal Sudtirol, storico neopromosso al Palermo, storico ritorno di un club che appartiene a tutto il calcio. Ci sono cinque capoluoghi di regione; ci sarà una massiccia risposta di pubblico, ci sarà un grande equilibrio, anche perché in campo non vanno i sindaci delle grandi città. La nuova serie B sarà talmente combattuta che, allo stato attuale, ci sono almeno 16-17 squadre potenzialmente in lizza per essere promosse. E 16-17 squadre che possono arrivare sedicesime o diciassettesime. Il bello di questo campionato sono le sue sorprese. Nell’ultima stagione c’era uno squadrone che, se avesse giocato in Serie A, sarebbe stato indiziato di qualificazione all’Europa League: malauguratamente è rimasto in B. Macché Superlega: se il calcio è il nuovo oppio dei popoli, chi pensa solo ai soldi sta togliendo anche l’oppio. La strada da percorrere è tutt’altra: prezzi dei biglietti ribassati, agevolazioni per il pubblico femminile che ha sempre più voglia di andare allo stadio, purché non debba svenarsi. A Benevento stiamo andando in questa direzione e non torneremo indietro: è una questione di sopravvivenza. Dicono che il pallone sia un grande circo. Può essere. Ma bisogna stare molto attenti a che il circo non chiuda perché, quando lo spettacolo finisce, arrivano i clown».