Il giornalista de “Il Sole 24 Ore” Marco Bellinazzo, ha parlato alla trasmissione “Scanner”, in onda su “TMW Radio”, soffermandosi su diversi temi d’attualità del calcio.
Ecco le sue parole:
«C’è un sistema oggi, introdotto dal 2011, che è il TMF. Al suo interno devono transitare tutti i trasferimenti internazionali. Questo sistema della Banca del Calciomercato dovrebbe funzionare anche come banca per garantire i pagamenti delle indennità di formazione. Così la FIFA avrebbe un controllo profondo e garantirebbe che prima dei procuratori vengano pagati i club che hanno formato i calciatori in gioventù. Tra questi due versamenti ci sono delle differenze gigantesche, e questo è un’incongruenza del calcio attuale. Anche nel mondo degli agenti vanno fatti dei distinguo tra le grandi agenzie, nate dalla deregulation del 2015, sul modello americano e i singoli agenti. Format Serie A? È un tema legato al calendario e all’eccessivo numero di partite che si verrà a creare con i nuovi format delle coppe europee. Chiaro che gli spazi per recuperare le partite diminuiscono e così alcune squadre volevano ridurre il numero di squadre nel campionato. Allo stesso modo c’è il diritto di club, cosiddetti minori, a poter partecipare alla Serie A e ad ottenerne gli introiti. Il ragionamento è che la torta dei diritti tv non dovrebbe calare con un minor numero di partite perché non diminuirebbero i match interessanti. Ci sono visioni corrette da ambedue le parti, la soluzione dovrebbe nascere da una riforma generale in cui si riconosce una democratizzazione dei ricavi degli introiti televisivi. Alla fine si discute di piccoli interessi in cui tutti si contrastano senza riuscire a trovare una soluzione giusta. La Serie A in questo modello vuole maggior peso e vorrebbe avere piena autonomia come la Premier League ha fatto nel 1992. Anche se in Inghilterra oggi il governo sta attuando quasi un processo opposto. Io tendenzialmente non sposo a priori nessuna soluzione, ma bisogna analizzare gli scompensi e trovare le soluzioni. Purtroppo in Italia non si affrontano alla radice i problemi».