Bellinazzo: «Catania, la struttura societaria si è indebolita. La situazione Tacopina? Molto anomala»

Marco Bellinazzo, giornalista del Sole 24 Ore, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Radio Fantastica soffermandosi sul futuro del Catania. Ecco quanto riportato da “Catanista.eu”:

«Il disegno imprenditoriale che c’era nel club che ha avviato la rifondazione un anno fa si è andato a scontrare con le difficoltà sul campo e il mancato accesso alla categoria superiore complica le cose, perché con la pandemia è venuta meno anche quell’unica fonte di entrata che hanno i club di serie C, che non hanno entrate legate ai diritti tv, hanno poi sponsorizzazioni che per lo più dipendono da proprietà forti che magari se hanno aziende alle spalle capaci di supportare il club, possono garantire anche dal punto di vista delle sponsorizzazioni e relazioni commerciali introiti importanti. L’unica voce ricavi interessante resta quella dello stadio, ma sappiamo come è andata questa stagione e come è finita quella precedente, e questo ha reso ancora più fragile, più debole, l’attuale struttura azionaria della proprietà, e c’è la difficoltà di trovare ora un acquirente che deve ripartire da 0, questo significa restare in serie c in una fase critica come quella che stiamo vivendo».

«Situazione Tacopina? Molto anomala e poco auspicabile per una piazza come Catania avere magari un passaggio dall’attuale situazione a una proprietà legata a un soggetto come Joe Tacopina, non perché sia poco raccomandabile chiaramente, ma perché fa un lavoro, su più piazze ormai lo vediamo, che è quello quasi di traghettatore di un progetto, da una situazione difficile a una ricostruzione dello stesso, che va bene per alcune piazze, è andato bene negli anni scorsi, ma l’auspicio è quello che ci sia da subito una proprietà più solida e compatta che possa investire quei  20-25 milioni che servono, al netto dell’indebitamento, per andare a fare un percorso di rifondazione che riporti il club in serie A, questo è quanto costa mediamente il doppio salto di categoria».

«Io credo che oggi l’idea che ha la Sigi, quella di recuperare risorse o ottenere un surplus rispetto a quanto sin qui investito, sia molto scarsa, nel senso che per far fronte al debito e per far fronte al progetto di cui ho parlato prima, serve un investimento di 25-30 milioni che non può passare da un acquisto particolarmente oneroso delle quote societarie, non dico che dovrebbe essere regalato il Catania ovviamente, ma si devono fare i conti con quelli che potevano essere i piani iniziali, col fatto che invece in un anno e mezzo è cambiato tutto e che l’economia del calcio,  soprattutto nelle categorie inferiori, è stata disastrata».