Bassetti: “Non sono un negazionista del Covid. Togliersi la mascherina…”
“Mi hanno dato del negazionista del Covid, ma che si informino su quello che ho fatto in questi cinque mesi: visto che in due ospedali — io e i colleghi Alberto Zangrillo e Massimo Clementi del San Raffaele di Milano — abbiamo gestito 6mila pazienti”. Tant’è che è stata letta in questo senso la sua “presenza” l’altro ieri al convegno organizzato da Vittorio Sgarbi in Senato. «Mi è arrivato un invito da un senatore della Repubblica, ho parlato in collegamento skype ed ho portato dati scientifici su quanto accaduto in questi mesi in Italia e nel mondo». E però Matteo Salvini, presente al convegno, si è tolto la mascherina, dicendo che non serve. «Ognuno risponde di quello che fa, ma a tutti i partecipanti è stato dato del negazionista. Bisogna fare attenzione: se allo stadio qualcuno fa un casino, non si può dire che tutti i tifosi sono dei delinquenti». La partecipazione di Matteo Bassetti, però, è diversa? Parliamo di un infettivologo che ha una posizione precisa rispetto al Covid. «Non è cambiata. Per 80 giorni abbiamo curato tutti, abbiamo fatto le cose per bene, siamo riusciti ad avere un gruppo dove nessuno si è infettato. La mia posizione iniziale era: guardiamo alla fine i numeri. E lo dico ancora oggi». I numeri? «Fin dall’inizio ho detto che alla fine l’epidemia da coronavirus sarebbe assomigliata più alla pandemia della Suina del 2009 e non alla Sars o alla peste bubbonica. In Italia abbiamo avuto una letalità del 2/3 per cento di quanti si sono ammalati. Questo dato è rapportato al numero delle persone sottoposte al tampone, ma se lo correggiamo rispetto al totale della popolazione che si è infettata, allora dobbiamo moltiplicare per 10 e parlare di 2/3 milioni di casi, quindi i 30 mila decessi non sono altro che una percentuale dello 0,5 e non il 15%». In base a questi numeri Salvini fa bene a togliersi la mascherina? «Oggi levarsi la mascherina in un luogo chiuso è sbagliato. Se c’è una raccomandazione da parte dei medici, occorre ascoltarla. Se usata bene la mascherina ha un significato, non ha senso se la tieni sulla passeggiata o in spiaggia». La partecipazione di un infettivologo ad un convegno di Sgarbi si presta però a certe considerazioni. «Ho letto la mia relazione, delle cose politiche non mi interesso». Professore, ma si dice e si scrive che si candida con il centrodestra alle prossime elezioni regionali? «Non mi candido, non l’ho mai detto e continuo a ripeterlo. Lo vedrete quando usciranno le liste». Allora si prepara a fare l’assessore alla Sanità? «Non credo proprio. Nessuno me lo ha chiesto. Al massimo potrò fare il consulente tecnico». Assessore esterno? «Non lo so, anche se sono lusingato nel sapere che c’è grande stima su di me. Ho lavorato bene con Toti per 5 mesi». Un giorno la danno vicino a Fdi, un altro alla Lega? «Sono vicino ad amici come Matteo Rosso e Edoardo Rixi, ma non mi ritengo pronto per la politica» Però lei fa politica tutti i giorni? «Faccio politica nell’ambito del mio settore, non come tanta gente che parla di malattie infettive e non se ne capisce. Bisogna portare messaggi chiari alla gente, ma questo non c’entra nulla con la politica dei partiti». Si vocifera anche che lei abbia approfittato degli agganci con la Regione per ottenere benefici? Parliamo dell’hotel di sua moglie… «Mia moglie durante l’emergenza non ha ospitato nessun medico e nessun infermiere, tantomeno alcun volontario della Protezione Civile. Contro chi ha scritto queste cose ho presentato querela ai carabinieri. Sulla mia famiglia e sulla mia reputazione non tollero che si facciano insinuazioni. L’hotel è gestito da mia moglie e io non c’entro nulla”. Queste le parole di Matteo Bassetti, primario di Malattie Infettive al Policlinico San Martino di Genova, rilasciate ai microfoni di “La Repubblica” in merito all’emergenza Coronavirus.