L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma su Bari-Palermo e il pareggio davanti ai 35 mila del San Nicola.
Rieccoli qui, 117 giorni dopo l’ultima volta, allora in una stagione di Serie C che, alla fine, s’è rivelata trionfale per entrambi. Bari e Palermo hanno lasciato il Purgatorio e si sono ripresentati in Serie B ripuliti e rinfrescati: uno con tutto l’entusiasmo che l’accompagna nei momenti felici, l’altro con una nuova proprietà che ha dato carica alla fiamma della passione. Sono arrivati in 35mila al San Nicola per il remake della sfida di aprile, che allora vinse 2-0 il Palermo davanti a 9mila spettatori in meno e che stavolta è finita pari. Poco è cambiato, visto che all’inizio c’erano in campo solo 6 nuovi giocatori rispetto alla C (2 per Mignani, 4 per Corini, pure lui new entry), ma la prestazione ha dimostrato che le squadre hanno già fatto il salto di qualità tecnico necessario per la nuova categoria.
Prima il Palermo… Cominciamo dal Palermo, eccellente nel primo tempo. Ha rischiato qualcosa, è vero, ma il vantaggio per 1-0 forse gli sta stretto. La difesa alta di Corini ha creato imbarazzo al Bari, che avrebbe dovuto lanciare nel vuoto l’imprendibile Cheddira (incubo di Marconi e Nedelcearu) ma l’ha fatto raramente. Il pressing alto ha consentito di rubare palloni importanti, vedi quello perso da Maita al 37’: Floriano ha aperto a sinistra per Valente, che di piatto destro l’ha messa sul palo lontano. Primo giallo: l’assistente Ranghetti ha segnalato un fuorigioco, buon per Camplone che dalla Var l’ha corretto Chiffi, il gol era regolare. Il Palermo era già stato pericoloso con Elia dopo 7’ (miracolo di Caprile) e con Floriano (non ci è arrivato sul cross di Vroh) al 15’, poi nel recupero Brunori, nell’unico lampo, s’è visto deviare in angolo da Pucino un pallone che avrebbe meritato miglior sorte. Tutto qui, perché nella ripresa il Palermo non s’è più visto dalle parti di Caprile e si è limitato a difendere il vantaggio. Una scelta? Forse, ma è vero che la condizione atletica non è ancora ottimale. E i cambi sono quello che sono. Ma a breve saranno pronti Stulac e Di Mariano, due che in B fanno la differenza e che contribuiranno sicuramente al salto di qualità di una squadra pronta a cambiare modulo, passando al 4-3-3 caro a Corini.
…e poi il Bari Se il primo tempo è stato più del Palermo, il secondo è stato tutto del Bari. Che per la verità era partito bene, ma in zona gol ha bisogno di qualcuno più efficace di un Antenucci che sembra aver smarrito la fame del bomber. Si sarebbe riaperta la possibilità di avere Ciano dal Frosinone (in cambio di Marras), ma è un elemento più efficace dietro alle punte che in area: chissà che non ci sia qualche altra sorpresa, il d.s. Polito è molto attivo. Con un bomber ispirato accanto a Cheddira il gol sarebbe potuto arrivare anche nei primi 45’, per esempio nella doppia occasione al 6’, quando la palla ha ballato in area senza trovare la schiacciata in rete. Ci ha provato Ricci al 21’ (parata), ci ha provato soprattutto Cheddira (parata al 35’, pallonetto alto al 43’) e anche Antenucci (ancora Pigliacelli ok al 45’), ma solo nella ripresa oltre al fumo s’è visto l’arrosto. Dopo una parata su Maita e un tiro alto di Antenucci, Mignani è passato al 4-2-4 con Galano e Cangiano larghi, trovando il pareggio. Merito proprio di Antenucci, che ha vinto un duello con Damiani e servito al centro dove Cheddira ha scaraventato in gol: vibranti le proteste del Palermo, ma Antenucci non ha commesso fallo su Damiani (e il silent check della Var ha confermato). Il Bari non si è fermato e il solito Cheddira a 5’ dalla fine ha vinto un duello in velocità con Marconi, che l’ha steso al limite: non era rigore, ma rosso e Camplone ha corretto (dopo visione al monitor) il giallo estratto a caldo. Punizione sprecata da Galano e il secondo pari di fila del Bari è stato scritto.