L’ex ds rosanero e in carriera ex centrocampista del Bari, Fabio Lupo è stato intervistato da “TuttoBari” parlando della stagione dei galletti.
Ecco le sue parole:
«E’ stata una stagione straordinaria sotto ogni profilo. Mi aspettavo un Bari protagonista perchè la qualità del lavoro del mio collega (Polito), dell’allenatore e dei giocatori attribuivano questo tipo di posizione ma non che si concretizzasse in questo divario, mai colmato. Questo è stato un fatto molto importante che ne ha valorizzato l’operato svolto. L’arma in più? Aver avuto, fin dall’inizio, le idee chiare sull’impianto di gioco e poi un direttore abile a muoversi sul mercato. Questo connubio ha determinato un’identità tecnica e morale, che ha garantito subito risultati in campo. Supercoppa? E’ un assaggio di Serie B fino ad un certo punto. La cadetteria è una realtà ben diversa da una coppa di fine stagione. L’anno prossimo ci saranno nuove realtà e le attuali deluse potranno rivalorizzarsi. Il Bari e la piazza possono però contare sulla buonissima conoscenza della categoria. La rosa è composta da giocatori esperti che l’hanno già giocata. Gli ultimi anni dimostrano che la continuità dell’organico fra la Serie C e B ha prodotto risultati. Se poi si vanno ad innescare giocatori di spessore, si possono raggiungere risultati fin da subito. Quindi credo ci sia una buona base da cui ripartire ma servono innesti per alzare la qualità. De Laurentiis? La storia dimostra la loro ambizione. Non esistono anni di transizione nella loro cultura. Il marchio di fabbrica è fare sempre il massimo e non verrà meno nemmeno l’anno prossimo, inoltre anche Polito, mister e città non si accontenteranno e vorranno essere protagonisti. Poi nell’ambito normativo troveranno una soluzione. Piazza? Per capire cosa provano i tifosi del Bari basta guardare quanto accaduto nelle ultime settimane. La vittoria è stata una liberazione. Si torna in un calcio di un certo livello anche se per passione, storia del club ed importanza della città meriterebbero la collocazione in Serie A. La B è il primo passo. Il pubblico ha dimostrato entusiasmo ma anche la sofferenza di questi anni, dove sono sempre rimasti vicini. Rappresentano un’arma vincente per il club, ti fanno sentire l’appoggio nei momenti difficili ma anche quando si tratta di criticare non sono da meno. Però alla fine l’amore prevale su tutto e dà al calciatore giusti stimoli per rendere al meglio».