L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” riporta un’intervista al presidente del Bari Luigi De Laurentiis il quale si è espresso con le seguenti parole:
«In questi giorni provo una fortissima emozione. Sono fiero del San Nicola stracolmo, pieno di famiglie e bambini, non violento e antirazzista, moderno e luminoso coi led, lo show pre-partita che tanto piace alla gente e le tante migliorie apportate grazie al gioco di squadra col Comune. Dicevano che al centro-sud fosse impossibile fare grande calcio, non è così ed è uno dei nostri principali vanti. Questa doppia finale playoff fa bene al calcio italiano, sotto ogni aspetto. Quando siamo arrivati c’era tanta polvere da sollevare, maglie di fortuna e ostacoli da superare. Avevamo l’esperienza di Napoli e l’ambizione di rinascere, che è stata coltivata. La similitudine con la storia di mio padre in Campania c’è, anche se la storia è un po’ diversa essendo noi subentrati a fine luglio. Io e mio padre Aurelio abbiamo stipulato un patto di ferro: totale indipendenza nella gestione del club, assoluta libertà di manovra. Cessione del club in Serie A? Capisco l’interesse, ma ora penso solo alle due partite in programma e ai nostri gioielli. Mignani e Polito sono nostri e me ne vanto, del primo apprezzo lo spessore umano e la passione mentre il secondo sa scegliere gli uomini giusti per il nostro allenatore. Cheddira abbiamo visto anche ai Mondiali cosa sa fare, Caprile è tra i migliori portieri della B, Morachioli giocava nel Renate e Di Cesare il nostro guerriero che ha sposato Bari ripartendo dalla D. Quando ho indossato per due minuti la sciarpa del Napoli alla festa Scudetto ci sono state polemiche, ma l’ho fatto per celebrare mio padre. Ho spiegato la mia posizione in una lettera».