Un talento cresciuto nel cuore dell’Italia, con un’anima che racchiude culture diverse, Rayyan Baniya è oggi uno dei pilastri della seconda difesa meno battuta della Serie B. Nato a Bologna da genitori di origine turca e beninese, il difensore classe 1999 si è raccontato in esclusiva a Paolo Vannini per il Corriere dello Sport/Stadio, condividendo la sua storia di crescita, sfide e ambizioni.
Dall’inizio della sua carriera nei settori giovanili italiani al salto in Turchia, fino alla scelta di rappresentare la nazionale turca sotto la guida di Vincenzo Montella, Baniya si è dimostrato un calciatore poliedrico, in grado di adattarsi a ogni situazione, sia in campo che fuori. Con il Palermo, arrivato in prestito dal Trabzonspor, ha già segnato due gol e contribuito alla solidità difensiva della squadra, spingendo i rosanero a risalire in classifica con un inizio 2025 positivo.
Determinato a portare in alto il Palermo e a raggiungere la Serie A, Baniya non nasconde il sogno di diventare un punto fermo della nazionale turca.
Il gigante multi etnico, debuttante nella B italiana, oggi una delle certezze della seconda difesa meno battuta del campionato. Rayyan Baniya si racconta in esclusiva al Corriere dello Sport/Stadio.
Nato a Bologna da Lela, mamma turca e Ayoub, padre del Benin, lei parla un italiano perfetto.
«Sono cresciuto qui, i miei genitori sono stranieri ma vivono in Italia dal 1990 dove hanno avuto un’ottima integrazione. Ho pensato solo al calcio fino ai 22 anni, poi sono andato in Turchia».
E ha ricevuto anche la chiamata della nazionale che ha per Ct Montella.
«Non mi faccio problemi di nazionalità, ho dentro un mix di culture, oltre all’italiano parlo turco, inglese e francese ma nel calcio dovevo fare una scelta; è arrivata prima la Turchia a convocarmi, ho parlato con Montella che mi ha convinto col suo progetto. Per ora due convocazioni ma non ho esordito, potrei ancora cambiare idea… ».
La sua formazione calcistica in effetti è italiana.
«Tre anni di settore giovanile a Modena con Roby Malverti, il primo a credere in me; poi è fallita la società e io sono andato al Verona Primavera e quindi a Mantova».
Con uno che Palermo la conosce molto bene.
«Massimo Morgia, persona straordinaria, ottimo allenatore. Gran campionato di D, 85 punti ma secondi dietro al Como! Quando mi ha preso il Palermo, ci siamo sentiti, Morgia mi ha parlato benissimo della piazza e mi ha consigliato fortemente di accettare».
Però è la prima volta che gioca al Sud Italia anche se ha fatto 3 anni in Turchia.
«Sì, il pubblico è bello acceso, com’è giusto che sia. Al Renate in C non c’erano tifosi mentre in Turchia ogni domenica c’è lo stadio pieno: giocare con tanta pressione ti rende forte mentalmente e per questo il Barbera non mi fa paura, i fischi, se capitano, fanno parte dello sport».
Al Palermo dal Trabzonspor in prestito con opzione di riscatto su cui si sta già lavorando.
«Prima di venire ho parlato con Dionisi ma quando senti Palermo è facile accettare. Ero al debutto ma ho pensato che la B fosse adatta per continuare a crescere come sto facendo. Per caratteristiche sono un difensore che può abbinare velocità e statura, reggo gli 1 contro 1 a tutto campo, posso giocare a 3 o a 4».
E poi ci sono gli inserimenti su palla inattiva.
«A Palermo ho già fatto 2 gol ma ne cerco altri. Con Massimiliano Sigolo, che fa parte dello staff tecnico, lavoriamo molto su questo aspetto: io ho una specifica zona da attaccare sfruttando il mio 1,94».
L’hanno frenata gli infortuni, che oggi sembrano superati.
«Preferisco non parlarne, fanno parte della vita di ogni sportivo e non ha senso enfatizzarli. Superare le difficoltà peraltro rende più forti».
E poi ci sono i gol non presi che hanno permesso al Palermo di risalire in classifica: inizio del 2025 con due vittorie.
«Venivamo da un periodo in cui tutto ci girava contro, facevamo errori evitabili. Ma ero convinto che ne saremmo usciti, lo vedevo negli allenamenti. Decisivo il cambio modulo? A 3 ci troviamo bene, difendiamo in maniera solida, guardiamo all’efficacia e sotto questo aspetto siamo migliorati: qualche mese fa queste due vittorie non l’avremmo fatte».
Domenica a Reggio Emilia per il tris?
«Piano, la Reggiana ha meno punti di noi ma gioca bene, è giovane e pericolosa. Certo nel Palermo è cresciuta l’autostima, siamo tutti convinti che non è tardi per un grandissimo risultato. Ma non parlo di rimonte, dico solo che abbiamo in mente di fare più punti possibile e poi guardare dove saremo. Intanto serve la continuità che ci è mancata sin qui».
Con Montella Ct della Turchia si sente spesso?
«Ogni tanto, mi scrive chiedendomi come stanno andando le cose e mi dà molta motivazione sapere che c’è un allenatore così importante che mi segue. A marzo ci saranno i nuovi impegni della Nazionale, vedremo che succederà».
Oggi l’obiettivo di Baniya qual è?
«Portare Palermo in alto, e personalmente arrivare in A, qualcosa che qualunque calciatore sogna sempre. E poi… Diventare titolare fisso della nazionale turca»