Rayyan Baniya, giovane difensore del Palermo, si racconta a tutto tondo in un’intervista esclusiva rilasciata a Salvatore Orifici per il Giornale di Sicilia, disponibile oggi in edicola. Con spontaneità e determinazione, il centrale rosanero analizza il momento della squadra, affronta temi legati alle difficoltà del campionato di Serie B e si sofferma su aspetti personali, dai suoi obiettivi calcistici alla vita fuori dal campo. Tra riflessioni sul gioco, messaggi per i tifosi e uno sguardo alle prossime sfide, emerge il ritratto di un giocatore carico di ambizione e voglia di fare bene, pronto a trascinare il Palermo verso traguardi importanti.
Iniziamo dall’ultima partita con la Samp. Non è la prima volta che il Palermo fa questo tipo di prestazione, ottima da un punto di vista del gioco e carente dal punto di vista del risultato. Come si spiega questo problema?
«Contro la Sampdoria ci sono stati ottimi segnali da parte della squadra perché comunque dominare una squadra come quella non è una cosa scontata: abbiamo fatto più di venti tiri e loro ne hanno fatti solo due. Abbiamo creato tante azioni. Abbiamo subito poco. Ciò che ci manca è il cinismo sotto porta, questo è sotto gli occhi di tutti. Però anche questa è una cosa che si migliora con gli allenamenti. Bisogna essere più concentrati quando si è lì. Non bisogna abbattersi, bisogna veramente pensare come una squadra. Peccato per il pareggio, siamo molto amareggiati, perché l’intento di tutti era quello di vincere. Però il calcio è anche questo. Purtroppo non va sempre come ci si aspetta. Adesso domenica abbiamo un’altra partita sempre in casa, con l’aiuto e l’appoggio del pubblico contro una squadra come lo Spezia saremo ancora motivati».
Da un punto di vista mentale lei sembra sempre sul pezzo, uno che riesce a trovare motivazioni a prescindere da come vanno le partite. Sotto questo punto di vista lei è da esempio, da stimolo ai suoi compagni? Si sente un trascinatore?
«Sì, io mentalmente mi reputo abbastanza forte. Sono sempre stato così. Il mio carattere è questo e cerco anche di trasmetterlo in campo ai miei compagni. Ovviamente nel calcio come nella vita ognuno ha il proprio carattere. L’obiettivo è quello di creare un carattere forte di squadra, di collettivo, che serva a superare i momenti difficili tutti insieme e a rimanere sul pezzo anche quando magari la partita sembra chiusa. Non devi mai mollare, perdere la concentrazione, insomma»