Bandecchi: «Se trovo imprenditori intelligenti riprendo la Ternana e la porto in Champions»

L’intervista di Stefano Bandecchi da parte di Claudio Sabelli Fioretti su “U”, il magazine di La Repubblica, offre un’importante finestra sulle strategie di comunicazione di Bandecchi, oltre a riflettere il suo ruolo emergente nel panorama politico italiano. La presenza di Bandecchi in un’edizione che include nomi di spicco come Giorgio Armani, Jim Belushi e Mike Faist non è solo un fatto casuale, ma sottolinea come Bandecchi stesso utilizzi questi contesti mediatici per consolidare la sua immagine pubblica.

Bandecchi, come sottolineato, non è soltanto un milionario, ma anche un abile comunicatore. La scelta di apparire in un contesto così prestigioso e variopinto legittima ulteriormente il suo status e amplifica la sua voce in un ambito molto più vasto, raggiungendo un pubblico che va oltre i confini tradizionali della politica. Questo aspetto è particolarmente rilevante in un’era dove l’immagine e la visibilità mediatica possono avere un impatto significativo sull’opinione pubblica.

Sabelli Fioretti, conosciuto per il suo stile provocatorio, pare essere il partner ideale in questo dialogo, provocando risposte che probabilmente esaltano l’approccio diretto e spesso controverso di Bandecchi. Questa interazione non solo arricchisce il contenuto dell’intervista, ma attira anche l’attenzione su come Bandecchi gestisce e risponde alle sfide, mostrando la sua abilità nel navigare le acque spesso turbolente della politica e dei media.

In sintesi, l’intervista non solo conferma le convinzioni di Bandecchi, ma la sua inclusione in una pubblicazione di alto profilo accresce la sua influenza, presentandolo come una figura capace di dialogare su piattaforme nazionali e internazionali, inserendosi così nel dibattito su temi di ampio respiro, al di là della sua figura di imprenditore e politico.

Sulla rissa in consiglio comunale:  «Non ho menato nessuno. Urlava una marea di minchiate. Ho cercato di raggiungere questo signore per domandargli cosa volesse da me. Non volevo picchiarlo. Ma ho detto che ho sbagliato a non picchiarlo. Se succede di nuovo gli spacco la testa contro il tavolo”. Sul sequestro cautelativo dei 20 milioni dalla Finanza:

«In Italia non si ama la ricchezza di chi è nato povero. Se non nasci nella parte nobile della Nazione non puoi entrarci. Il povero deve rimanere povero».

Gli obiettivi nel lavoro: «Diventare uno degli uomini più ricchi del mondo. Per la mia Cusano (l’università ndr) mi hanno offerto 2 miliardi 300 milioni di euro, ma mi accontento dei 50 milioni l’anno che mi rende”.

Sulla Ternana: «Mai piaciuto il calcio, serviva a fare pubblicità. L’ho venduta per il conflitto di interessi volentieri, per una squadra di B ci vogliono 24 milioni l’anno, troppi. Ma la riprenderò quando troverò un gruppo di imprenditori intelligenti che si unirà a me. La porteremo in A. E in Champions».

Gli sputi ai tifosi: «A chi ti sputa addosso cosa puoi fare?». Il premierato: «Una minchiata, se l’Italia deve avere un duce, allora il duce voglio essere io».

L’antifascismo: “Sono antifascista, sono un capitalista sociale. Potrei paragonarmi ad Adriano Olivetti”.