L’edizione Nazionale de “La Repubblica” si sofferma sul futuro di Mario Balotelli in attesa di una chiamata.
Mario Balotelli apre il bagagliaio di una supersportiva nera e tira fuori un vecchio borsone della Nazionale, azzurro con il Tricolore stampato sopra. Per il resto, è vestito di scuro, senza loghi o sponsor. «Sono qui perché è il mio lavoro. È la mia vita. Voglio farmi trovare pronto», dice. In attesa di un contratto, si allena con l’amico di sempre Simone Ghezzi, ora in Prima Categoria dopo anni in Serie C. Si alternano nei tiri, con e senza barriera. In porta, a parare le bordate di Super Mario, c’è Alberto Rizzi, 16 anni, promessa del calcio bresciano e portiere del Desenzano. L’erba sintetica del secondo campo dello stadio comunale di Castegnato attutisce i tuffi del giovane, emozionato come un parroco in udienza dal Papa.
Mario sistema i birilli gialli al limite dell’area e li usa per fare lo slalom. Calcia di destro e di sinistro, scatta con l’elastico, chiude il triangolo e piazza un tiro sotto l’incrocio. A 34 anni, i gesti tecnici gli riescono come quando ne aveva venti e vinceva il Triplete con l’Inter di Mourinho, prima di trasferirsi al Manchester City di Mancini. Certe abilità non si perdono, ma il fisico richiede allenamento, e Mario lo ha affidato a Stefano Mazzoldi, preparatore fisico presso l’Equipe Training Lab di Saiano. «Mario fa sul serio, siamo quasi pronti. L’approccio è ottimo e spero che possa finire la preparazione in un nuovo club», dice Mazzoldi.
Mario sorride, ascolta e segue le indicazioni. Dopo la doccia, prima di tornare alla sua auto, confessa: «Mi piacerebbe davvero tanto restare in Italia questa volta». Ha tempo fino al 12 dicembre, l’ultimo giorno utile per il tesseramento dei giocatori svincolati. Già nel dicembre 2020, era andato al Monza in Serie B, voluto da Galliani, ma la stagione si era conclusa con 5 gol in 12 presenze e la promozione sfumata.
Dopo esperienze con squadre come Manchester City, Liverpool e Nizza, negli ultimi anni Balotelli ha giocato in Turchia e Svizzera, segnando diversi gol, ma ora vuole tornare in Italia. Si allena per questo, insieme a Ghezzi, con l’obiettivo di essere pronto per la Serie A o B. Quando gli si chiede se è lusingato dal fatto che alcuni tifosi lo vorrebbero ancora in Nazionale, sorride: «Quello che conta per me è tornare a giocare, alla Nazionale non ci penso». Ma il borsone azzurro che carica in auto sembra raccontare un’altra storia.