Balistreri: «Viviamo periodo drammatico. Stipendi? Tanta preoccupazione, spero…»

L’attaccante del Marsala, Pietro Balistreri, si è concesso in una lunga intervista a “TuttoserieD”. Ecco un estratto: «Quello che stiamo vivendo è un periodo storico drammatico, che coinvolge tutto il mondo ed in primis la nostra nazione, visto che siamo il Paese europeo con il più alto numero di contagiati e vittime. Il mio pensiero va prima di tutto a quelle famiglie che hanno vissuto dei lutti, senza avere nemmeno la possibilità di dare un ultimo saluto ai cari estinti. Questa è la cosa che più di ogni altra mi rattrista il cuore. Questa pandemia deve farci riflettere molto, ci deve far capire quali siano le priorità della vita quotidiana. Prima che il Coronavirus si diffondesse, davamo per scontate troppe cose, come se tutto ci fosse dovuto. Non riuscivamo ad apprezzare le piccole cose, quelle più autentiche e speciali, come ad esempio andare a prendere un caffè con un amico, o fare visita a genitori e nonni, abbracciarli, parlargli, passare del tempo insieme. Magari si faceva questo, ma senza darvi la giusta importanza o perdendo la maggior parte del tempo con il telefono in mano. Eravamo estremamente fortunati e non ce ne siamo mai veramente accorti. Le cose più preziose si apprezzano solo quando non si hanno più. Sono convinto che si stia combattendo una vera e propria guerra. Ritengo doveroso ringraziare pubblicamente gli eroi silenziosi che sono schierati in prima linea, ogni giorno. Medici, infermieri, scienziati, alcuni esponenti politici come ad esempio il Sindaco di Messina Cateno De Luca, Forze dell’Ordine, Protezione Civile e quei lavoratori che ancora oggi non hanno smesso di prestare servizio. Sono convinto che ognuno di noi, nel proprio piccolo, possa fare qualcosa di importante per se’ stesso e per il mondo intero. Per quanto mi riguarda, mi attengo scrupolosamente alle direttive che ci sono state imposte, rimanendo a casa con la mia famiglia. Mi godo i miei figli, mia moglie, li vivo 24 ore su 24 ed è una fortuna immensa di cui l’epidemia non mi ha privato. Trascorro le giornate con loro, facendo i compiti con i bambini, giocando, allenandomi o cercando di dilettarmi in cucina con mia moglie. E poi preghiamo. Preghiamo per il mondo intero che ne ha tanto bisogno in questo momento». Stipendi? »Questo tipo di preoccupazione c’è, è grandissima e accomuna un po’ tutti noi Calciatori tesserati per Società dilettantistiche. È un tema che destava grandi incertezze prima che questo caos scoppiasse, figuriamoci adesso. Credo sia doveroso cominciare a tutelare la nostra categoria. Siamo un gradino sotto ai Professionisti, ma a livello di tutela siamo forse cento, mille gradini più giù. Eppure i nostri sacrifici sono gli stessi che vengono fatti dai colleghi di Lega Pro e, avendoci militato per undici Stagioni in quella Categoria, lo so molto bene. Noi che militiamo tra i Dilettanti viviamo, oggi più che mai, nell’incertezza più assoluta. Il passo da una situazione di stallo al tracollo più assoluto, è brevissimo. Vivo nella speranza che i vertici del nostro Calcio optino per una soluzione di chiusura anticipata della Stagione, dove però nessuno si faccia male più di tanto. Credo sia necessario e doveroso che la Lega Nazionale Dilettanti, con la concreta collaborazione del Ministero per le Politiche Giovanili e lo Sport, aiutino economicamente i Club dilettantistici. Istituire una sorta di tesoretto da destinare alle varie Società, specie quelle più in difficoltà, è indispensabile. I Presidenti che finora non hanno potuto o voluto tenere fede agli impegni presi, non devono avere l’alibi della pandemia e di tutte le problematiche ad essa connesse, per consentirsi il lusso di non corrispondere lo stipendio ai Calciatori, ai tecnici, ai collaboratori, ai vari Staff, agli inservienti e ai Dirigenti che operano per il bene delle Società stesse. Ci sono casi in cui la situazione è a dir poco drammatica, con realtà ferme al rimborso della mensilità di Ottobre ’19 e questo già prima che si interrompesse il Campionato a causa del Coronavirus. Società che a due mesi dalla fine della Stagione erano ancora ferme alla mensilità di Ottobre, ci rendiamo conto? Conosco colleghi e numerosi amici che sono disperati, senza stipendio da quasi sei mesi e senza sapere se e quando potranno tornare a percepire un rimborso, anche minimo. Atleti e uomini di ogni età, giovani in erba e padri di famiglia, costretti a fare i salti mortali per arrivare a fine mese con le rispettive famiglie. Non si può fare Calcio in questi termini. Questa è una situazione che purtroppo abbraccia molte realtà, specie al centro-sud e in tutto questo, il COVID-19, non c’entra nulla. Sapete quale piega si stia prendendo in molte occasioni? Ci si lega spesso a determinate Società, consapevoli del rischio di vedersi corrisposta forse la metà dei classici dieci mesi di rimborsi pattuiti e per la restante parte ci si troverà costretti a fare vertenza a fine contratto. Questo è l’andamento medio delle cose, a causa del modus operandi di molti Presidenti, che pur consapevoli di non poter rispettare determinati impegni, si accollano la responsabilità della gestione di Club collocati un gradino sotto il professionismo, facendo danni incalcolabili, economici e non. E questo aspetto non è l’unico a non andare nella direzione giusta. Troppe regole e direttive andrebbero modificate. Per questo credo fortemente che la Serie D vada riformata da cima a fondo, con controlli preventivi serrati su chi metta in piedi le Società e con il sostegno economico e concreto da parte della Lega, nei confronti di quegli addetti ai lavori maltrattati sotto tutti i punti di vista».