L’edizione odierna de “La Repubblica” riporta un’intervista all’ex rosanero Silvio Baldini.
Ecco qualche estratto:
Con Zamparini una rottura a metà fra il licenziamento e le dimissioni. «L’unica cosa che ha fatto è stata di accrescere il mio conto in banca. Ma non aveva rispetto per l’allenatore. Per lui esisteva solo il risultato e di conseguenza ho seguito la fine di tanti altri, alcuni molto più bravi di me. Si era anche convinto di tenermi, voleva però che gli chiedessi scusa pubblicamente. Foschi ha tentato di rintracciarmi ma avevo spento il telefono: non ero io quello che doveva scusarsi».
Castagnini? «Lui è stato bravissimo ad aiutarmi quando ancora non avevo ingranato. Mi incoraggiava sempre: “Non mollare, sarai premiato”. Ed era in sintonia con Mirri».
A Perugia, contro il recente passato, sarebbe stato il giorno di Baldini. «No. Non ci ho mai pensato e comunque non ho mai fantasticato su un’eventuale rivalsa. Preferisco starmene buono, per certi versi sono contento di esserne fuori e non vedrò neppure la partita in tv».
L’esperienza in Umbria, Santopadre e l’improvviso distacco. «Col presidente ci siamo capiti e voluti bene. Ha cercato di trattenermi ma i giocatori non credevano nei sogni e non sapevo come aiutarli. Per me, il calcio è coraggio, giocare all’attacco, applicazione. Per diventare migliore di quelli che sono più forti. Non ho altre strategie».