Baccaglini: «Non bisogna andare ai Caraibi quando a Mondello c’è un mare straordinario. Buffon…»

“«Quando mi sono trasferito in Brasile, ho trascurato le amicizie coltivate in Italia. Pensavo solo alla mia compagna Thais e alla nuova lingua. Una sconfitta. Ho imparato la lezione». A sette, otto anni voleva diventare un campione. «Il campione. Michael Jordan, stella universale. La cosa pazzesca è che tifavi per la tua squadra, nel mio caso i New York Knicks, ma ti piaceva M.J. anche se odiavi i Chicago Bulls perchè ti battevano. Le leggende si amano al di là di ogni barriera. Come Ayrton Senna». In un calcio globalizzato esiste la differenza tra italiani e stranieri? «Un ragazzo cresciuto a Palermo si attribuisce un senso di prestigio e di gioia diverso da quello che può dare uno straniero, per storia e cultura, non per xenofobia. La faccio ridere. La mia compagna mi racconta, che trovandosi a Milano, dopo le esperienze in Brasile e in Usa, con Antonio Ricci, e non avendo l’idea di chi fosse, lo trattava come un vecchietto, gli diceva parolacce, gli dava del bastardo. L’ingenuità di chi non conosce il peso del passato. Le porte restano aperte ma non bisogna andare ai Caraibi quando a Mondello c’è un mare straordinario». Quanta Italia e quanta America in lui? Paul risponde: «Cinquanta e cinquanta. Ho preso dall’Italia il senso della famiglia. Dall’America la monetizzazione del brand. Un esempio. Palermo ha regalato una cornice straordinaria alla Nazionale tanto da ricevere complimenti da tutti. Era la millesima di Buffon, abbiamo vinto 2 a 0… Negli ultimi dieci minuti per valorizzare il prodotto, con le telecamere puntate addosso, devi togliere Buffon per fargli prendere cinque minuti di applausi. Un errore non farlo. Qui manca il senso del business sia pure estremo. Negli Stati Uniti, un ragazzino di sedici anni, LaMelo, ha segnato 92 punti nell’high school, diventerà professionista dopo il primo anno di università, ma è già sotto i riflettori perché intanto bisogna produrre quattrini»”. Queste alcune delle parole rilasciate dal patron Paul Baccaglini ai microfoni de “Il Corriere dello Sport”.

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Redazione Ilovepalermocalcio