L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sugli spettatori in B.
B come boom. Sì, perché quello che sta accadendo in Serie B è davvero paragonabile a un vero e proprio miracolo economico-sportivo, come quello che vide protagonista l’Italia tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta. Stadi pieni ovunque, partite sempre combattute e mai scontate, gol, tanti gol e, come logica conseguenza, un notevole incremento dei ricavi per tutti i club. Nello scorso weekend è stata abbattuta la barriera del milione di spettatori: in undici giornate di campionato, con 110 gare disputate, il pubblico è stato di 1.084.772 unità per una media superiore ai diecimila tifosi a partita. Numeri che fanno invidia persino alla Serie A.
Comanda il Bari. Nella speciale classifica delle presenze allo stadio il Bari è largamente in testa con quasi trentamila spettatori. Seguono il Genoa con venticinquemila, il Palermo con ventimila, il Cagliari con più di tredicimila, la Reggina con più di undicimila e il Parma con diecimila. La ragione di un simile exploit è presto spiegata: oltre al livello del gioco, che nelle ultime stagioni è sensibilmente cresciuto, quest’anno la presenza di società “storiche” fa sì che l’interesse aumenti e che la gente accorra sempre più numerosa sulle gradinate o nelle curve. Piazze come Bari, Genova (sponda Grifone), Cagliari, Palermo, Reggio Calabria e pure Parma, che ha una lunga tradizione di Serie A, garantiscono quell’entusiasmo e quelle emozioni che, a volte, in Serie B sono mancati. Nell’ultima giornata di campionato, l’undicesima, oltre ad aver superato il traguardo del milione di spettatori, c’è un altro record da registrare: addirittura 125.999 presenze complessive. Ciò significa che il prodotto piace.