“Tuttomercatoweb.com” ha contattato Paco D’Onofrio, avvocato esperto di diritto sportivo e professore di diritto dello sport presso l’Università di Bologna. Ecco alcune delle sue dichiarazioni: «L’illecito anche solo tentato deve avere tutti gli elementi costitutivi dell’illecito, scusate il gioco di parole. Il caso scuola è Napoli-Giannello, in cui furono coinvolti anche Grava e Cannavaro, per poi essere scagionati. Lì la giurisprudenza federale ha fissato un precedente, fondamentale per il diritto sportivo: perché ci sia illecito occorre che vi siano tutti gli elementi dell’eventuale accordo, a prescindere dal fatto che questo poi venga realizzato o meno. Se un giocatore fa semplicemente una proposta, generica e astratta, a un collega, a mio avviso questo non configura una violazione dell’articolo 7, ma al massimo dell’articolo 1, cioè quello concernente i generali doveri di lealtà, probità e correttezza. E la differenza è fondamentale. Nel caso di applicazione dell’articolo 1, la responsabilità non è oggettiva ma personale. E quindi, per i dati che abbiamo in questo momento, la società non sarebbe coinvolta, si parlerebbe al massimo di un comportamento scorretto ma non illecito dei suoi tesserati. Ripeto: io non conosco tutti i messaggi che sono stati inviati, ma se non ci sono tutti gli elementi costitutivi del presunto illecito, non si può parlare di tentato illecito, ma solo di violazione dell’articolo 1».