«Il 16 erano state appostate le sigle al contratto: il contratto era stato quindi definito nel contenuto . I contratti, in Italia, si devono firmare e siglare. Siccome il 16 non erano ancora pronti degli allegati che facevano parte del contratto, e poiché la Sigi e Tacopina avevano la volontà comune di comunicare il raggiungimento di un accordo ormai definitivo sui contenuti del contratto, abbiamo deciso di siglare il contatto – rendendolo definitivo nel suo contenuto tra le parti – e impiegare i giorni successivi per finalizzare gli allegati. Sabato 23 gli allegati sono stati aggiunti al testo del contratto e abbiamo così firmato. È un contratto vincolante.
È chiaro che il contratto prevede delle condizioni: la condizione sospensiva più rilevante è l’accordo che la Sigi deve raggiungere con le autorità tributarie. È sicuramente importante, fondamentale. Naturalmente ci aspettiamo che l’Agenzia delle Entrate capisca quanto sia importante la riduzione del debito tributario: è essenziale ai fini dell’operazione. La tempistica l’abbiamo regolata con una certa flessibilità, ma ripeto che è essenziale che ci sia la riduzione. Abbiamo discusso di soglie massime del debito. Cosa succede se vengono superate e da chi eventualmente sarebbe coperta la differenza? Sono dettagli previsti dal contratto sul quale non posso rispondere. Ciò che è importante sottolineare è che il credito tributario vantato dall’Agenzia delle Entrate è importante. Il contratto prevede diverse ipotesi ma è ovviamente coperto da clausola di riservatezza, per cui non posso rispondere.
25 febbraio? È il termine che ci siamo dati, auspicabilmente anche prima. Il closing ha quella importante condizione sospensiva di cui parlavamo prima, dipende veramente dai tempi di quel passaggio lì. Il desiderio comune è di farlo il prima possibile, spero venga capito da tutti gli attori di questa operazione: sia quelli direttamente coinvolti sia quelli che comunque dovrebbero essere coinvolti e avere un ruolo. Desiderio comune è farlo il prima possibile, vedremo. Finanziatori Tacopina? Quest’informazione Joe la rilascerà sicuramente a breve. Conoscendo Joe e l’entusiasmo che ha per questa avventura, immagino che farà una celebrazione del closing nel modo in cui la città merita.
Avrò fatto almeno un centinaio di operazioni, non penso che ce ne sia stata una sola in cui a un certo punto non si siano verificate delle fasi di rallentamento, e dunque anche in questa. Parlerei di peculiarità: questa è un’operazione peculiare rispetto ad altre che ho fatto perché il venditore era un venditore che lo era appena diventato, in una società complessa nella sua struttura e dal punto di vista economico-finanziario oltre che legale. In realtà la Sigi diventa proprietaria a fine luglio con una conoscenza della società oggettivamente molto limitata. Negoziare con una controparte che ha una conoscenza già di per sé molto limitata ha reso tutto molto più complicato: bisogna immaginare una stesura e una negoziazione del contratto con una conoscenza molto limitata della società che compri. La Sigi non aveva ancora avuto il tempo per organizzarsi per poter darci un’informazione completa prima. La Fiorentina l’abbiamo comprata in tre settimane, closing compreso: compravamo una società dai Della Valle, che erano proprietari da 17 anni. Adesso abbiamo sicuramente una conoscenza buona, forse discreta della società.
Posso dire con ragionevole fermezza che raramente ho visto in Joe una tale determinazione nel portare avanti l’operazione e il progetto Catania nella sua interezza. Il suo è un entusiasmo, sia iniziale che attuale che futuro, legato più alla squadra, all’attività sportiva e quindi all’aspetto tecnico della squadra ma in particolare ai tifosi e alla città, e quindi a progetti che abbiano una ricaduta sul tessuto socio-economico della città. L’ingresso degli stranieri nel calcio italiano è un passo fondamentale per il cambiamento della mentalità nell’ambito del calcio. Partecipo alle riunioni della Lega di A in rappresentanza della Fiorentina, ed è un contesto molto pittoresco. L’intero mondo calcistico italiano merita una managerializzazione del contesto. Più investitori americani o stranieri entrano all’interno del nostro calcio, più ci sarà un’evoluzione qualitativa“. Arena, di origini catanesi, ammette come quest’operazione sia stata diversa anche a livello personale: “C’è stato ed è un coinvolgimento diverso rispetto a tante altre operazioni: qui ho tanti amici e ho la mia famiglia, è inevitabile che si vada un po’ indietro con i ricordi di quando ero ragazzino e andavo allo stadio. Vivo a New York da 21 anni, purtroppo gli ultimi anni di splendore del Catania li ho potuti vivere solo su Internet». Queste le parole dell’avvocato di Joe Tacopina, Salvo Arena, rilasciate ai microfoni di “Unica Sport” in merito alla trattativa tra l’imprenditore italo americano e il Catania.