Arriva l’annuncio: “Via le scommesse dalle maglie”. Ecco puntate anomale nel 2017
“UN BAMBINO che oggi comprasse la maglia del Verona troverebbe sulla schiena il nome di una società di scommesse. Nulla di illecito, non fosse che quella parola, “scommesse”, evoca spettri di combine e puntate illegali, che soltanto in Italia hanno portato in 10 anni a 9mila denunce, 900 arresti e sequestri per 36 milioni di euro. In Europa si chiama match- fixing: una piaga contro cui nel 2014 è nata la convenzione di Macolin sulla manipolazione delle competizioni sportive che ha lo scopo di prevenire, indagare, perseguire le combine. Ma l’Italia, che l’ha firmata con altri 24 paesi, non ha ancora ratificato quei precetti nel proprio ordinamento. E il betting – l’arte di scommettere, fenomeno da 85 miliardi all’anno in Europa, in crescita del 3% annuo continua a dilagare. Anche grazie alla sponsorizzazione di eventi sportivi. «Un conflitto d’interessi» per Damiano Tommasi, presidente dell’Assocalciatori. Che davanti agli esperti mondiali del settore, ha avanzato una proposta. Rivoluzionaria, visto che 11 squadre su 20 in A hanno ancora tra i top sponsor una bet company. L’idea è una norma che vieti di associare il nome di una società di scommesse a squadre professionistiche o a federazioni sportive. Persino la Nazionale infatti ha come sponsor un brand di scommesse on-line, Intralot (Tavecchio, dopo le polemiche, ha annunciato che l’accordo non sarà rinnovato). Che compare sui tabelloni anche quando giocano le giovanili: le norme attuali lo consentono, purché almeno il 50% degli atleti impiegati siano maggiorenni. Per quei marchi “sposare” un club o una nazionale vuol dire associare il proprio nome al volto dei giocatori più noti che vi giocano: un veicolo potentissimo. Soprattutto verso i più giovani, tutt’altro che tutelati dalle norme attuali. Si può puntare liberamente, ad esempio, su tornei giovanili come il campionato Primavera o il Torneo di Viareggio, in cui giocano tanti minorenni. Basta uno smartphone.
Ieri l’Ufficio Sport del consiglio dei Ministri, con il Coni, ha presentato nuovi strumenti attuativi realizzati per la lotta alla corruzione finalizzata all’alterazione degli eventi sportivi, con l’istituzione, tra le altre cose, di una “cooperation room” europea. Passi ufficiali di prevenzione e lotta a un fenomeno che solo nel solo 2017 ha fatto registrare in Italia 451 segnalazioni di puntate anomale”. Questo quanto riportato da “La Repubblica”.