Attimi di ansia e paura nel corso di una gara di Eccellenza Toscana.
Come racconta l’edizione online de “La Nazione” è il quindicesimo minuto del primo tempo quando Mattia Giani, 26 anni, numero sette della formazione del Castelfiorentino, si libera della marcatura del difensore della squadra di casa, il Lanciotto Campi, e lascia partire un tiro che impegna il portiere avversario.
Poi fa tre passi indietro, non uno di più, non uno di meno, si tiene una mano sulla testa e una sul cuore. E infine stramazza a terra. In modo innaturale, scomposto e disarticolato. Tutto davanti agli occhi davanti dei suoi genitori, della fidanzata e del nonno. Dalla panchina pensano subito all’ennesimo infortunio di un giocatore talentuoso ma sfortunato. Ma Mattia non si rialza. Scatta l’allarme. Dalle panchine accorrono dirigenti e sanitari: si cerca di rianimare il giovane, il massaggiatore del Castelfiorentino gli impedisce di soffocarsi con la lingua e comincia a praticargli massaggio cardiaco e respirazione bocca a bocca.
Nei volti dei compagni cala il gelo. C’è chi piange, chi hai brividi, nonostante il termometro segni quasi trenta gradi. Il giovane, originario di Ponte a Egola, viene trasportato all’ospedale fiorentino di Careggi in condizioni gravissime. Dall’ospedale il bollettino è drammatico: il giovane ha avuto un arresto cardiaco e subito dopo un attacco epilettico. Secondo le prime indiscrezioni, il malore potrebbe essere stato provocato da tachicardia ventricolare, la stessa cosa che accadde al capitano della Fiorentina, Davide Astori, che l’autopsia rivelò soffrisse di cardiomiopatia aritmogena, come l’allora giocatore del Livorno, Piermario Morosini. Proprio di Morosini, ieri, ricorreva la triste commemorazione della morte, avvenuta in campo il 14 aprile 2012, durante la partita fra il Pescara e il Livorno.