L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sull’Argentina campione del Mondo e lo fa attraverso le parole di Tardelli.
Guai a chiedere agli occhi di Marco Tardelli di sovrapporre quello che ha appena visto ai suoi ricordi. «Non cominciamo con la storia del paragone Messi-Maradona, eh?».
Neanche adesso, neanche oggi che l’ha visto con quella coppa in mano? «Neanche oggi, per due motivi. E uno non esclude l’altro. Uno: il Maradona che ho visto e affrontato è stato inarrivabile, come lo è stato Pelé. Due: ognuno è fuoriclasse del proprio tempo e Messi – se serviva – vincendo il Mondiale ha dimostrato definitivamente di esserlo, del suo. Ha fatto una grande cosa, è stato fantastico. Come è stato fantastico Mbappé».
Perché fantastico? «Più che per quello che ha fatto in campo, perché l’ha fatto in fondo a un periodo particolare e nonostante una partenza shock, dopo quella sconfitta contro l’Arabia».
E perché periodo particolare? «Beh, non è che con il Psg avesse fatto sempre benissimo, a parte l’ultimo periodo».