“La sconfitta del Tardini, per me, ha messo in risalto molti pregi e alcuni difetti di concentrazione e di comunicazione nell’applicazione di alcuni dettagli della tattica. Tedino ha costruito una squadra molto solida, compatta e ben strutturata sul piano fisico, con un sistema difensivo ermetico composto da giocatori molto bravi nell’impostare l’azione dalle retrovie per poi salire a centrocampo per accorciare i reparti. Da questa posizione, quando gli avversari prendono il possesso della palla, i giocatori iniziano la fase difensiva applicando l’onda elastica difensiva che li obbliga a scappare verso Pomini tutte le volte che l’avversario gioca a palla libera, ossia senza pressione. Vuol dire scappare dietro per prendere un prevedibile lancio lungo o un passaggio filtrante su un centrocampista avversario che si inserisce. Questa tattica collettiva richiede il rispetto dei tempi e dell’allineamento dei difensori per mettere in fuori gioco gli attaccanti. Occorre quindi affiatamento, attenzione e comunicazione. Cosa che il Palermo ha sempre ben fatto salvo rare eccezioni, come a Perugia e a Parma. Dal punto di vista della costruzione del gioco ho notato la ricerca costante di porsi a rombo nelle catene di sinistra di destra e di centro: Coronando, Jajalo, Gnahoré, Murawski, Nestorovski si disponevano su questa figura geometrica che è ritornata in voga nel calcio moderno, perché consente di giocare con vista periferica ottimale che serve a vedere tempestivamente gli inserimenti d’attacco di un compagno, ovvero il terzo uomo che può servito negli spazi e con i tempi giusti. Così come ha fatto in modo stupendo Jajalo in diverse circostanze, diventando un raffinato assist man. Mi è molto piaciuto poi il carattere battagliero della squadra che ha reagito con convinzione è lucidità davanti alle avversità per le decisioni arbitrali subite. Il Palermo è in evoluzione: ha trovato nuove soluzioni di gioco offensivo in alternativa alle giocate di estro di Coronado. Sul piano tattico Tedino può variare lo schema a secondo delle esigenze, potendo fare affidamento su giocatori in fiducia. Col Pescara i rosanero dovranno scendere in campo con la rabbia e determinazione del secondo tempo di Parma”. Questa l’analisi di Ignazio Arcoleo riportata sull’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport”.